Di certo può essere annoverato tra gli effetti collaterali dell’emergenza pandemica: l’impossibilità di poter svolgere con la giusta serenità e nel rispetto delle regole del distanziamento fisico, diventato ormai il mantra di questo lungo anno, il proprio lavoro. Accade anche nelle aule di Tribunale, accade anche a Isernia dove, per l’udienza preliminare del processo conseguente all’operazione ‘Dirty Major’, risulta assai complicato trovare un’aula dove poter assistere i propri clienti. A ben guardare si tratta di un assembramento in piena regola: considerato il numero delle persone coinvolte e degli avvocati che dovranno partecipare all’udienza, si sfiorano le 80 presenze.
L’indagine delle Fiamme Gialle portata a termine nell’aprile del 2016 riguarda presunti appalti truccati e ha riguardato 23 comuni, 109 imprese e 144 persone. All’epoca finirono ai domiciliari l’allora primo cittadino di un piccolo centro della provincia, suo fratello e tre imprenditori. L’uomo chiave venne individuato in un ex funzionario regionale e la Guardia di Finanza contestò danni erariali per 5 miliardi di euro. Secondo l’accusa gli appalti pubblici sarebbero stati aggiudicati in modo fraudolento.
Con questi numeri, difficile trovare una location adatta a garantire il distanziamento. E così gli avvocati presenti alla scorsa udienza, rinviata proprio per questo motivo, hanno sollevato il problema e chiesto una soluzione. Individuata – per l’udienza che si terrà, forse, venerdì 12 – nella sede della Provincia di Isernia. Ma non è detto che il locale scelto per consentire l’udienza preliminare sia adeguato alla situazione: i legali potrebbero chiedere un ulteriore rinvio, ove mai dovessero riscontrare l’inadeguatezza dei luoghi come rimarca il presidente della Camera Penale del Molise, l’avvocato Mariano Prencipe.

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