Il 6 agosto 2018 avvenne una delle stragi più cruente a cui abbiamo mai assistito in tema di incidenti stradali. Una dozzina di immigrati perse la vita nello scontro tra un tir e il furgone in cui erano stipati, di ritorno dal lavoro nei campi, a Campomarino. Il tragicissimo sinistro accadde tra Lesina e Ripalta, sulla statale 16, in provincia di Foggia, in un periodo di forti polemiche sul caporalato a causa di altri drammatici eventi che funestarono quell’agosto di 3 anni fa. Tre persone vennero iscritte sul registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Larino nell’ambito dell’inchiesta sul Caporalato. Le indagini scattarono all’indomani della morte dei 12 immigrati.
L’indagine, coordinata dal Procuratore capo di Larino, Antonio La Rana, vide coinvolti tre operatori del settore agricolo. L’ipotesi di reato: sfruttamento del lavoro e intermediazione illecita, secondo l’articolo 603 bis del Codice penale. Due giorni fa a Larino udienza preliminare, con la Procura rappresentata dalla Pm Ilaria Toncini e il Gup Rosaria Vecchi, che ha disposto il rinvio a giudizio dei tre indagati, difesi dagli avvocati Vittorino Facciolla, Andrea Codispoti e Angelo Prozzo. La Vecchi ha fissato l’udienza dibattimentale per il 14 ottobre prossimo. Non c’è stata alcuna richiesta di rito alternativo dei tre imputati. I Carabinieri del comando provinciale di Foggia acquisirono i documenti dall’azienda, necessari a ricostruire le condizioni contrattuali di lavoro, orari e compensi, da intrecciare con le dichiarazioni rese dai braccianti sopravvissuti, individuando le aziende agricole per la quale lavoravano alcuni braccianti deceduti, e altre tre per cui gli stessi migranti avevano già lavorato. Le indagini riguardarono anche il trasporto dei migranti nei campi. Due Procure al lavoro, quella di Foggia e quella di Larino. Nell’indagine della Procura di Foggia venne ipotizzato il reato di intermediazione illecita di manodopera e sfruttamento del lavoro, cioè di caporalato. «Un pool di magistrati è al lavoro per accertare le condizioni di lavoro e quelle di trasporto – spiegò il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro – e anche per capire se il trasporto di braccianti sui campi fosse gestito e organizzato dalle stesse aziende agricole».

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