Una dietro l’altra, stanno svanendo in una bolla di sapone le inchieste promosse dalla Procura di Larino per reati di carattere finanziario sul territorio del basso Molise. Anche per l’attività d’indagine legata a un presunto sistema di false fatturazioni, contestato dagli inquirenti a un professionista della costa, accusato di avere creato un’associazione allo scopo di conseguire indebiti risparmi d’imposta dovuti all’Erario, attraverso le false fatturazioni, con l’obiettivo di abbattere i redditi dei soggetti interessati, coi coinvolgimento di fornitori e clienti. Una attività investigativa portata avanti dalla Guardia di Finanza dal 2014, che aveva coinvolto anche un ex assessore comunale di Termoli, già scagionato in altri procedimenti dello stesso periodo. La lente d’ingrandimento degli inquirenti aveva portato in emersione la rendicontazione ndi documenti contabili e flussi finanziari e bancari, formalmente riconducibili a società realmente esistenti, dove l’importo degli affari veniva poi secondo l’impianto accusatorio restituito con denaro contante. Per questa ragione in 36 sono stati indagati e c’è stata richiesta di rinvio a giudizio con fissazione dell’udienza preliminare lo scorso 7 marzo davanti al Gup Rosaria Vecchi. Qualche giorno fa il deposito dell’ordinanza, con cui il Giudice dell’udienza preliminare ha prosciolto gli indagati dalle varie accuse mosse loro dalla Procura di Larino. Indagati in prevalenza bassomolisani, ma anche provenienti da Puglia, Campania, Abruzzi, Umbria e persino Emilia-Romagna.

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