Il più dovrebbe essere fatto, almeno così parrebbe, ma in realtà, dietro alla pubblicazione del decreto legge 68 con cui il governo Draghi ha inserito il porto di Termoli nell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale, c’è ancora tutto un percorso da compiere, non solo. Ieri mattina, alle 11.30, briefing di presentazione da parte della Regione Molise e dell’Autorithy di Bari, presieduta dal professor Ugo Patroni Griffi, accompagnato dal segretario Tito Vespasiani, assieme al presidente della Giunta regionale del Molise Donato Toma e dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Vincenzo Niro. Nella saletta riunioni del Cosib, nei locali vicini alla NetEnergy, anche Michele Marone, che ne è presidente, i componenti del direttivo consortile, Mario Bellotti e Piero Donato Silvestri, sindaci di Guglionesi e Campomarino. Un cammino lungo 4 anni, quello sintetizzato da Toma, che ha ringraziato Patroni Griffi, ma anche spostato il tiro sulle questioni afferenti il Cis, che metterebbe in campo 15 milioni di euro, oltre ai 30 del Pnrr, e la Zes Adriatica, che da un mese ha anche operativo il nuovo commissario straordinario Manlio Guadagnuolo, senza dimenticare l’interlocuzione determinante di Michele Emiliano. Tutti segmenti di una retta di sviluppo che agganciando la Puglia al Molise, promuoverebbe economia marittima e traffico merci e passeggeri. Patroni Griffi ha messo in evidenza come la novità dell’ingresso del porto di Termoli nel sistema sarà considerata la perla anche da “vendere” a due eventi promozionali che avranno luogo nei prossimi mesi, sia a Malaga, in occasione di un salone internazionale, che a Bari dove ci sarà il Forum dell’Adriatico. Insomma, una giornata storica per l’intera città di Termoli e il Molise, come ha rimarcato l’assessore Niro, che ha anche evidenziato tutte le migliorie dell’infrastruttura, dalla stazione marittima di prossima consegna, al progetto sull’efficientamento energetico, oltre alla messa in sicurezza del percorso pedonale lato pescherecci. Insomma, tanta carne a cuocere, in un momento dove si deve puntare a rendere efficace il progetto del Piano regolatore portuale, su cui serviranno i fondi statali, guai a perderli, come ha ammonito lo stesso Patroni Griffi, che a suo dire, l’eccesso di burocrazia e di normazione non tutela l’ambiente, tutt’altro. Evidente il riferimento al problema dei dragaggi, che vede l’Italia movimentare un sesto del sedime rispetto alla Francia, che blocca l’espansione degli scali, impedendone una migliore accessibilità. La batimetria è fondamentale per attrarre il mercato fiorente della crocieristica e su questo si dovrà lavorare nel futuro, anche se attualmente col pescaggio di appena 6.30 metri poco si può fare, ma vale anche per le navi che trasportano merci, non soltanto quelle che traghettano persone. Il passaggio di competenze dalla Regione Molise all’Autorità di sistema del Mare Adriatico Meridionale avverrà gradualmente, intanto Patroni Griffi e il suo staff hanno già incontrato i vertici della Capitaneria di Porto di Termoli per chiedere la cosiddetta lista della spesa, ossia sapere tutto quanto ci sarà da sistemare. Annunciata anche la revisione delle concessioni. Insomma, un lavoro profondo, a cui occorrerà trovare risposte anche in materia di fondi nel bilancio dell’Authority e per il personale da distaccare in loco, poiché non sarebbe pensabile una gestione centralizzata da Bari.
Un appuntamento importante, che ha messo il sigillo sul decreto con il governo Draghi alcune settimane fa nell’ambito di un vasto provvedimento in materia di trasporti, ha inserito il porto di Termoli nel perimetro dell’Autorità di sistema del Mare Adriatico Meridionale, una delle 16 esistenti in Italia e che, elemento tutt’altro che secondario, si combina perfettamente con la Zes del Sole, che riguarda proprio Puglia e Molise. Il decreto legge è il numero 68 del 16 giugno 2022, con l’Authority che ora è composta dai porti di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta, Monopoli e Termoli. C’è stato anche un aneddoto curioso, raccontato ieri, quando in sede legislativa, per una svista, era scomparso il porto di Monopoli contestualmente all’ingresso di Termoli, poi subito sanata. Per la città adriatica molisana è il coronamento di un percorso istituzionale sinergico, che ha visto impegnati la Regione Molise, il Comune di Termoli, la Provincia di Campobasso, il Consiglio regionale del Molise, la Regione Puglia, l’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale. Un risultato storico, come ha sottolineato il presidente Toma nel corso della conferenza stampa. Un risultato raggiunto in tempi brevi che, unitamente alla Zes interregionale Adriatica, consente che tutte le prospettive ipotizzate possano prendere forma. Il Porto marittimo di Termoli non era tra quelli inseriti nell’Allegato A della Legge 28 gennaio 1994, n. 84 e, quindi, non rientrava in alcuna delle Autorità di sistema portuale italiane, per cui si rendeva assolutamente necessario intervenire per consentirne l’inserimento e per restituire ad esso competitività e rilevanza. «Ora si aprono enormi opportunità – il commento del governatore – legate allo sviluppo di tutte le attività portuali, pesca, trasporto passeggeri, trasporto merci, che, collegate allo sviluppo dell’intermodalità, rappresentano un volano di crescita per l’intero territorio regionale, senza tralasciare le ingenti risorse messe a disposizione dal Pnrr».
Emanuele Bracone

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