Non sappiamo se sarà stata l’ultima edizione di San Basso per il Governatore Toma, a domanda diretta il presidente della Giunta regionale ha risposto chiaramente che la scelta è prima partitica e quindi in mano agli elettori. Uno dei motivi d’interesse di ieri, alla festa patronale di San Basso, era proprio questo. Con lui gli assessori regionali Quintino Pallante e Filomena Calenda. Una politica che fa inevitabilmente capolino, alle soglie di quel Ferragosto spartiacque tra vacanze e liste per le politiche del 25 settembre. Ma al di là di questo incipit, più un’appendice a dire il vero, è tornata prepotentemente alla ribalta la voglia di rendere omaggio al patrono di Termoli e della marineria, che finalmente è tornato a solcare i mari sul peschereccio sorteggiato lo scorso 16 luglio. La pandemia ha colpito duramente in ogni senso, anche contro le tradizioni, come è quella di San Basso, che per un gioco di calendario (ricordiamone la festa liturgica che cade il 5 dicembre) apre di fatto il periodo turisticamente più affollato dell’anno sulla costa a Termoli. Le tre settimane più importanti per tutti, soprattutto per gli operatori economici e ieri di turisti ce ne stavano molti, forse più loro che i residenti, almeno in prima battuta sul piazzale del porto, complice anche il vicino imbarco per le Isole Tremiti. I residenti, i termolesi veraci, tengono moltissimo alla funzione religiosa in cattedrale e gremiscono piazza Duomo. Ma questa specie di bilocazione dimostra quanto San Basso sia nelle corde della comunità e più che mai ora, dopo mesi di estrema difficoltà vissuti dagli stessi armatori, che al Patrono si sono rivolti anzitempo rispetto a ieri. «Festa che è nel nostro cuore, della città e dei pescatori». Il sindaco Francesco Roberti, con la fascia tricolore, ha parlato poco ieri, ha vissuto più intensamente una manifestazione caratterizzata dalla ripartenza e tutti auspicano che questo segnale di ritorno alla normalità, al netto delle problematiche di ordine quotidiano. Il primo cittadino si è recato come sempre in cattedrale, assieme al vertice della Polizia municipale, col gonfalone cittadino, e altri amministratori locali. Una tradizione omaggiata anche da diversi colleghi sindaci, come quelli di Agnone, Campochiaro, Montecilfone, Guardialfiera, Acquaviva Collecroce e Palata, per citarne alcuni, presente anche la consigliera Aida Romagnuolo, ma la presenza di rappresentanti istituzionali è stato uno degli aspetti della manifestazione. Vedere ragazzi e bambini, adulti e anche anziani riappropriarsi della spontanea gioia di vivere questi momenti magici è impagabile. Salire in barca, sui pescherecci, sui gommoni, su motoscafi e anche in acquascooter, è stato un tripudio. San Basso ha restituito la gioia di vivere il mare. Il protocollo rispettato alla lettera, dopo la santa messa, prima di una serie di celebrazioni, che proseguono stamani alle 6 e alle 8.30 per finire con Solenne Pontificale delle 19, la statua del Santo è stata portata dai marinai della Teresa Cannarsa lungo le strette vie del borgo antico, accompagnate dalla banda ingaggiata per l’occasione, tragitto che si è concluso al porto, proprio nell’imbarco sul peschereccio baciato della buona sorte tre settimane fa. Il vescovo Gianfranco De Luca, il parroco don Gabriele Mascilongo, con Roberti, Toma, il comandante della Guardia costiera Amedeo Nacarlo (all’ultimo evento patronale prima di trasferirsi in Sardegna) hanno effettuato la traversata verso il litorale Nord, dove poco prima del cosiddetto Grattacielo è stata deposta la corona di fiori in mare, come tributo al Patrono e alla gente di mare, quella che la vita l’ha persa nelle acque. Il mare era piuttosto grosso, tant’è che in diversi hanno accusato l’ondeggiare e il navigare in condizioni di equilibrio precario, non è stato comunque permesso di superare la soglia di sicurezza a bordo dei natanti, circostanza ormai consolidata da un pezzo a Termoli. Solo un lato di processione a mare, evitando di fare rotta su Rio Vivo e quindi il rientro in porto. Un’ora e mezza di pura passione, un corteo marittimo gioioso, allegro, con giochi d’acqua effettuati da parte dei rimorchiatori più a largo. Erano tre anni che non potevamo respirare questo clima festante durante San Basso e l’auspicio è che non si torni mai più a quanto vissuto nell’ultimo biennio.

Grande attesa per i fuochi d’artificio, ma sono vietati i falò sulla spiaggia

C’è attesa enorme per la conclusione “pirotecnica” della festa di San Basso, che a mezzanotte vedrà per l’appunto i fuochi d’artificio, che mancano dall’edizione 2019. Mancheranno, invece, i falò, visto che come avvenuto già negli anni precedenti alla pandemia, è stata diffusa l’ordinanza che vieta l’accensione di fuochi e falò sulla spiaggia di Rio Vivo. L’ordinanza è stata firmata ieri dal sindaco Francesco Roberti: «Considerato che nel mese di agosto, sia in occasione delle festività di San Basso che in quelle del Ferragosto, vengono solitamente accesi molti falò soprattutto sulle spiagge del litorale sud; Visto che in particolare l’accensione dei fuochi sull’arenile rappresenta un danno per l’ambiente e può essere pericolosa in prossimità di stabilimenti balneari e di civili abitazioni; ritenuto che in passato si sono registrate problematiche di sicurezza pubblica, privata e di igiene pubblica dovute all’abbandono indiscriminato sull’arenile dei residui dell’attività di accensione di fuochi e falò e per l’abbandono indiscriminato di bottiglie di vetro al di fuori dei contenitori; ritenuto, quindi, dover vietare durante tutto il mese di agosto sulle spiagge di competenza di questo Comune qualsiasi forma di bivacco, campeggio ed accensione di fuochi e falò che potrebbero essere causa di incendi pericolosi per l’ambiente e la sicurezza delle persone; si ordina che sulle spiagge di pertinenza del Comune di Termoli a partire dalle festività di San Basso e durante tutto il mese di agosto 2022 è fatto divieto a chiunque di: detenere a qualsiasi titolo legna, carbonella e qualsiasi altro materiale che possa servire all’accensione dei fuochi; campeggiare, accatastare legna, accendere fuochi e falò e abbandonare sull’arenile residui sia organici che non, in special modo bottiglie di vetro». I trasgressori rischiano una sanzione che va da 25 a 500 euro.

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