Tre milioni di introiti e di patrimonio venuti a galla con le indagini della Guardia di Finanza, di cui un paio recuperati allo Stato con l’operazione di sequestro e confisca avvenuta nel territorio comunale di Termoli, a carico di un rom della comunità Sinti del posto, già condannato in via definitiva a 6 anni di reclusione, per reati connessi allo spaccio di droga.
I militari delle Fiamme gialle della compagnia adriatica – sotto la direzione ed il coordinamento della Procura generale di Perugia – ha dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo e contestuale confisca ai sensi dell’art. 240 bis c.p. nei confronti di un condannato per traffico di sostanze di stupefacenti, residente a Termoli. Il sequestro si riferisce a una condanna definitiva alla pena di 6 anni di reclusione per detenzione e trasporto di 15 chili di eroina con l’aggravante dell’ingente quantità di sostanza stupefacente.
La condanna che ha innescato l’indagine della Guardia di Finanza è una delle tante che si annoverano a carico di un soggetto di origine sinti che nella sua ventennale “carriera” delinquenziale è risultato responsabile di reati contro l’ordine pubblico, contro il patrimonio, contro il patrimonio mediante frode e reati inerenti il traffico di sostanze stupefacenti. Il provvedimento ablativo è il risultato di complesse investigazioni patrimoniali svolte dai militari della Guardia di Finanza di Termoli in sinergia con l’aliquota della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Perugia che fa parte dell’Ugeco (Ufficio Gestione Coordinamento e Organizzazione), coordinati dal Procuratore Generale facente funzione Claudio Cicchella.
L’attività in parola si inquadra in un ampio e collaudato schema investigativo, i finanzieri dell’Ugeco dopo aver analizzato le sentenze passate in giudicato emesse dalla Corte d’Appello di Perugia effettuano perforanti accertamenti circa l’eventuale esistenza di possidenze patrimoniali di cui i condannati non possono giustificare la lecita provenienza e di valore sperequato rispetto ai redditi percepiti, come previsto dal dettato normativo di cui all’art.240 bis c.p.
Il condannato, infatti, poteva disporre direttamente o indirettamente di un compendio immobiliare, schermato attraverso la titolarità della sorella e della convivente, sproporzionato rispetto alla formale assenza di redditi in capo al predetto ed al suo nucleo familiare. Il complesso immobiliare in oggetto è costituito da una civile abitazione di mq 800, due garage della superficie rispettivamente di mq 250 e mq 100, due rimesse auto di mq 200, un immobile adibito a sala ricevimenti di mq 200 e due depositi di mq 30 e mq 25 per un valore complessivo che supera i 2 milioni di euro. I citati beni verranno assegnati all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata che ne prevederà il riutilizzo sociale.
L’attività conferma l’importanza della strategia posta in essere dalla Procura generale di Perugia che grazie al fondamentale supporto della Guardia di Finanza, prosegue incessantemente nella ricerca ed aggressione di ricchezze accumulate dalla criminalità organizzata al fine di sottrarle dal circuito economico illecito e restituirle alla collettività.

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