Di lunedì la notizia dell’arrivo in Molise delle prime 300 dosi del secondo vaccino in ordine cronologico approvato dall’Ema e dall’Aifa, quello di Moderna, di ieri, intorno alle 13, la consegna, sempre tramite il corriere Dhl, della terza tranche di vaccini anti-Covid della Pfizer-BioNTech all’ospedale San Timoteo di Termoli dopo quelle del 30 dicembre e del 12 gennaio scorso. A garantire il buon fine della consegna agli operatori del nosocomio di viale San Francesco la scorta di Polizia stradale del distaccamento di Termoli, dal casello dell’A14 al San Timoteo, e la presenza degli agenti del commissariato di via Cina. In tutto sono state acquisite 1.170 dosi. Ma in materia di sanità riceviamo la nota di Luisangela Quici, che lamenta problemi sui reagenti: «C’era una volta a Termoli un paziente che doveva svolgere delle analisi fondamentali per il dosaggio di un farmaco salvavita e a cui si era raccomandato di fare il prelievo e portarlo subito al laboratorio per non inficiare il risultato. Così fece, ma una volta arrivato all’ospedale per consegnare le provette ecco cosa gli venne risposto: “ci dispiace ma oggi il prelievo verrà mandato a Campobasso (con il rischio che il risultato sia poco attendibile poiché è passato troppo tempo tra il prelievo è l’analisi) perché a Termoli non sono arrivati i reagenti”. Inoltre, li viene aggiunto, aggravando la situazione: “non sappiamo quando le rifaremo a Termoli, perché non sappiamo quando arriveranno i reagenti”. Situazione surreale! Vabbè le favole sono un po’ paradossali! Ma vi svelo una cosa, questa non è una favola.. Purtroppo è una storia vera. Oltre il Covid-19 è necessario ricordarci che ci sono pazienti con altre patologie, anche molto importanti. La storia raccontata è ciò che si è verificato oggi, l’ennesima situazione che ci permette di affermare che la sanità molisana è in completo abbandono e che si è persa la centralità del malato. Premetto che questa lamentela non è rivolta agli infermieri e ai tecnici del laboratorio analisi che ogni giorno sono li a prendersi le lamentele dei cittadini ormai stanchi di questo sistema sanitario lasciato allo sbando, ma è una lamentela rivolta ai vertici, ai dirigenti sanitari (Con i quali risulta impossibile comunicare). Non si può continuare in questo modo. Bisogna fare qualcosa, bisogna ascoltare i cittadini. Basta dire che sono i pazienti ad essere “poco pazienti” perché purtroppo i pazienti sono stati completamente dimenticati. A questo punto mi chiedo e vi chiedo: Ma dove viviamo?!»

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