Sono circa una sessantina, solo quelli del basso Molise, 190mila in Italia e contribuiscono al 3% del Pil. Sono sul lastrico, o quasi. Per la sesta volta su 12, due mesi di fila, nell’ultimo anno è saltata ancora ieri la fiera mensile e abbiamo raccolto l’umore, nefasto, di uno storico ambulante, Angelo Gioia. «stiamo vivendo un momento molto particolare per la pandemia e noi, come commercianti ambulanti siamo una delle categorie che ne risente particolarmente di questa situazione pandemica. Purtroppo stiamo vivendo questa situazione nella nostra pelle non lavorando nei mercati, purtroppo la situazione dei contagi c’è però c’è una soluzione che dovranno comunque trovare. I mercati stanno saltando oltre alla fiera di Termoli che sta diventando una situazione un po’ pesante, sono tanti mesi che non lavoriamo. Anche nei comuni limitrofi abbiamo le situazioni di Campomarino e di Petacciato che sono ben note. Alle quali si aggiungono i comuni di Palata, Castelmauro e altri comuni qui vicino. Purtroppo a livello personale come commerciante ambulante lavoro due giorni a settimane, le spese ci sono, mangiamo tutti i giorni mica solo due giorni a settimana. Le problematiche ci sono, speriamo che questa situazione possa alleggerirsi a livello pandemico affinché la situazione possa tornare sotto controllo e possa esserci la riapertura dei mercati. A questo voglio anche aggiungere che l’11 febbraio avremo una manifestazione come Uli-Ugl a Piazza Montecitorio per fare sentire la voce di noi commercianti ambulanti, si tratta di un’associazione nazionale di ambulanti. Oltre al discorso pandemico abbiamo a livello nazionale il problema della lotteria degli scontrini, siamo diventati esattori dello Stato. Questo per noi ha un costo, aggiornare i registratori telematici va a incidere sulle nostre spese. A livello nazionale io ho avuto i classici ristori di maggio e giugno più una quota dell’agenzia delle entrate. A livello regionale ci sono stati dei ristori che non vanno a coprire quello che nell’arco dell’anno un commerciante, un operatore, un lavoratore aveva previsto relativamente agli acquisti. Purtroppo siamo stati tre mesi fermi e abbiamo avuto grandissime perdite. Adesso non essendo zona rossa ma zona arancione come ambulanti non abbiamo diritto a nessun ristoro. Abbiamo i comuni che ci chiudono i mercati e le fiere e, non avendo alcun ristoro, non sappiamo io e i miei colleghi come andare avanti. Potremmo resistere pochissimo. Proprio per questo l’11 febbraio vorremmo fare sentire la nostra voce a chi prenderà le redini di questo governo italiano. In basso Molise siamo una sessantina più ci sono quelli dell’indotto, alcuni grossisti ai quali ci andiamo a rifornire. In Italia siamo in totale 190 mila. Siamo al 3% del Pil. Purtroppo se non ci sono i giusti ristori non so come andrà a finire. Speriamo che andrà tutto bene come si è detto all’inizio».

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