«Abbiamo ricevuto la conferma della nostra richiesta dalla giunta regionale di incontro urgente con il presidente-commissario Donato Toma, datata 7 luglio. Aspettiamo dal 7 luglio di essere ricevuti, ma ogni volta ci dicono che il presidente Toma è a Roma o non è disponibile. Non siamo più disponibili ad aspettare. Noi vogliamo delle risposte sul futuro dell’ospedale di Venafro». Gianni Vaccone presidente del Comitato “Santissimo Rosario” è categorico e avvisa Toma rincarando la dose: «Siamo pronti pure ad incatenarci, a perseguire ogni strada pur di portare a casa qualche risultato. Per questo ribadiamo ancora una volta al presidente Toma che la nostra pazienza è finita. E il nostro appello non è rivolto solo ai politici, in primis al nostro sindaco che è il primo attore del nostro territorio per la sanità pubblica, ma anche al popolo venafrano che deve svegliarsi, deve ritornare a lottare insieme con noi per salvare l’unica cosa che ci è rimasta a Venafro, l’ospedale Santissimo Rosario».
In attesa di essere ricevuti dal commissario-presidente Toma, il Comitato “Santissimo Rosario” è pronto ad organizzarsi in vista dell’autunno, dopo la parentesi estiva.
Dallo scorso mese di marzo si sono succeduti degli incontri tra le parti, ma senza ottenere risultati concreti, atti ufficiali promessi solo sulla carta. È quanto denunciano dai vertici del Comitato venafrano che non risparmiano nemmeno il sindaco Alfredo Ricci: «Il sindaco Ricci? Non pervenuto. Noi vorremmo un sindaco battagliero pronto a sbattere i pugni sul tavolo per i servizi essenziali da garantire alla Casa della salute che ancora oggi rimane senza guida nonostante i tanti proclami della Direzione sanitaria e della struttura commissariale. A marzo con noi c’era pure il sindaco Ricci al quale rivolgiamo una l’attivazione di 40 posti letto Rsa, prevista addirittura dal un provvedimento del 2016. Attivazione Ambulatorio di chirurgia a carattere complesso, potenziamento del poliambulatorio con attivazione di nuovi ambulatori di chirurgia, ortopedia, medicina interna, urologia, pneumologia, angiologia, medicina sportiva da ripristinare. Poi avevamo chiesto, ancora, l’attivazione del Punto di primo intervento territoriale h24, dotato di medico ed infermieri e relativa postazione del 118, con strumentazione idonea e presidi medico-farmaceutici e con Point of care per gli esami urgenti. Riapertura di 10 posti di lungodegenza (cod. 60) all’interno dell’Udi, 10 posti letto di riabilitazione intensiva all’interno della riabilitazione estensiva e di mantenimento, attivazione di 5 posti di Hospice non presente sul territorio provinciale, centro diurno per demenze, consultorio materno infantile e, in ultimo, la nomina del responsabile della Casa della salute. Ecco questo avevamo chiesto, sindaco Ricci ha verificato se da marzo qualcosa è stato fatto? Non dico tutto, la almeno qualcosa. Sindaco glielo diciamo noi: abbiamo ricevuto nulla, solo promesse e chiacchiere. Per questo – concludono dal Comitato – dicevamo che in questo momento abbiamo bisogno di un sindaco battagliero, capace di farsi rispettare per ridare dignità al nostro glorioso Santissimo Rosario e a tutto il personale che ci lavora. Se si va avanti di questo passo, beh conosceremo i nomi di tutti coloro che hanno condannato a morte, per sempre cioè, il nostro nosocomio cittadino».

Marco Fusco

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