Ospedale Santissimo Rosario di Venafro: il sindaco Alfredo Ricci scende in campo dopo le mancate adozioni di atti concreti da parte dell’Asrem sull’attivazione dei servizi, così come previsto da atti aziendali. E così il primo cittadino, nell’ultima seduta della giunta esecutiva ha preso la decisione di proporre ricorso al Tar Molise contro l’Azienda Sanitaria «per ottenere l’attivazione di tutti quei servizi che negli anni sono stati previsti presso il Santissimo Rosario e che, tuttavia, non sono mai stati avviati in maniera continuativa».
Una decisione naturalmente che è stata accolta con soddisfazione dal popolo venafrano e, in modo particolare, dal Comitato “Santissimo Rosario” che a più riprese aveva chiesto l’intervento del primo cittadino a difesa del nosocomio venafrano.
Il sindaco, nel proporre il ricorso ha indicato i punti: «Mi riferisco – ha ribadito Ricci – alla riabilitazione extraospedaliera a ciclo continuo, con 10 posti letto per riabilitazione estensiva e 10 posti letto per riabilitazione di mantenimento, alla R.S.A. con 40 posti letto a media intensità per anziani e al centro con 10 posti letto ad alta intensità per demenza, oltre a tutti i servizi ambulatoriali e rilevanti per la medicina territoriale. In questi anni, e in particolare dopo la fine della fase più acuta della pandemia, l’amministrazione comunale ha ripetutamente sollecitato l’attivazione di tutti i servizi previsti e la riattivazione di quelli che erano stati sospesi per il lockdown del 2020. Nel corso delle numerose riunioni tenutesi, alcune insieme al Comitato Santissimo Rosario, abbiamo sempre ricevuto ampie rassicurazioni, a cui, tuttavia, non sono seguiti i fatti. Diverse volte abbiamo discusso dell’argomento in Consiglio comunale, portando come maggioranza mozioni e delibere. A novembre 2021 abbiamo formalmente diffidato Asrem ad adottare tutti gli atti necessari. Ma ad oggi le numerose promesse ricevute non hanno avuto seguito. Nei giorni scorsi è stata pubblicata la bozza di Piano operativo 2022/2024. Ho già avuto modo di esprimermi al riguardo, giudicando tale ipotesi di Piano apparentemente neutra per il Santissimo Rosario, perché non toglie ma neanche aggiunge i servizi necessari. In particolare, penso a un presidio per le urgenze, che abbiamo sempre rivendicato come necessario e di cui tuttora non vi è traccia. Per questo non ci sentiamo tranquilli. Insieme agli altri sindaci che con me fanno parte del comitato esecutivo della conferenza dei sindaci, nei giorni abbiamo chiesto che questa proposta di Piano venga ritirata in quanto non è stata oggetto del confronto promesso e non dà rassicurazioni sulle prospettive di tutela del diritto alla salute. Oltre tutto, siamo in un momento politico particolare, con il nuovo Governo che si sta insediando a livello nazionale e che è espressione anche della nuova delegazione parlamentare molisana, che sul tema del riordino della sanità molisana ha assunto impegni importanti, rispetto ai quali guardo con fiducia. Proprio in questo momento, in cui si incrociano fasi amministrative e politiche complesse, è assolutamente necessario puntellare ciò che negli anni abbiamo conquistato sul Santissimo Rosario e ciò che ci è stato promesso, che pretendiamo che venga realizzato, perché spetta a questo territorio, i cui cittadini hanno già subito troppe limitazioni alle effettive possibilità di tutela del proprio diritto alla salute. Dinanzi alle troppe promesse non mantenute – conclude il sindaco Alfredo Ricci – l’unica strada che ci è rimasta è quella giudiziaria. Pertanto, e per la prima volta da sempre, il Comune di Venafro direttamente agisce in giudizio contro Asrem per avere il giusto riconoscimento per il Santissimo Rosario del ruolo che gli compete, che tutti da anni gli riconoscono, ma a parole e con pochi fatti. Nella logica di un dialogo sempre necessario con le Istituzioni siamo sempre fiduciosi che questa iniziativa forte possa indurre chi di dovere ad a fare ciò che avrebbe dovuto fare da tempo. Nel frattempo, noi andiamo avanti per la strada che possiamo, che adesso è quella giudiziaria».

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