La Piana di Venafro, un tempo terra felix e ricca di colture apprezzate in tutto il mondo, è diventata un luogo dove è più facile morire che vivere. Dove l’aria è insalubre; dove gli sforamenti registrati dalle centraline che monitorano le polveri sottili sono la regola e i valori sotto la soglia di allarme l’eccezione.
Una sorta di immondezzaio realizzato con il beneplacito delle istituzioni e con la connivenza, diciamolo pure, di quattro amministratorucci che non hanno la facoltà – perché non ne sono capaci – di guardare oltre il loro naso.
La sindaca di Pozzilli, animata da un rinnovato spirito ambientalista, giovedì sera ha fatto sapere con un post social di aver «partecipato alla conferenza dei servizi per l’insediamento della società “Tlz” nell’area industriale di Pozzilli» e che la procedura ha ottenuto «parere positivo rilasciato dal commissario straordinario della Zes Adriatica interregionale Puglia-Molise, dalla Regione Molise e dall’Arpa».
A nulla dunque è valso, almeno secondo quanto riferisce Stefania Passarelli, «il parere negativo espresso dal Comune di Pozzilli e dal Consorzio industriale di Isernia-Venafro».
La “Tlz” – sempre secondo le informazioni fornite dalla sindaca – è stata autorizzata a stoccare 40mila tonnellate di rifiuti all’anno.
Possiamo parlare, discutere, adirarci ma se il parere è stato concesso, evidentemente le norme in vigore che regolano la materia lo consentono. Almeno sulla carta. E lo consentiranno fin quando la Regione non adotterà un piano industriale e un piano ambientale che stabiliscano il perimetro entro il quale autorizzare insediamenti altamente impattanti per la salute.
Non è possibile che in un fazzoletto di pochi chilometri quadrati insistano il mega inceneritore di San Vittore del Lazio, l’inceneritore di Pozzilli, il cementificio di Sesto Campano, la turbogas di Presenzano, una strada statale che divide in due una cittadina, percorsa da migliaia di mezzi al giorno, e adesso pure un’immensa discarica dove stoccare una montagna di immondizia (tra cui anche, probabilmente, rifiuti pericolosi).
E come non indignarsi nel leggere che il parere dell’Arpa (e quello della Regione) è stato dirimente. L’Arpa, l’Agenzia regionale per l’ambiente: quella, per intenderci, che secondo le risultanze della complessa e faticosa inchiesta del procuratore Carlo Fucci e del sostituto Maria Carmela Andricciola risulta non aver fatto al meglio il proprio dovere nelle fasi dei controlli presso le aziende potenzialmente inquinanti.
Quindi, un ente pubblico sospettato di non essere in grado di adempiere ai doveri d’ufficio può esprimere un parere determinante nell’autorizzare un ulteriore sito inquinante [la Procura di Isernia ipotizza nei confronti di alcuni dipendenti Arpa il reato di abuso d’ufficio per aver espresso i pareri, in assenza di nomina di consulenti esterni (non avendo le professionalità interne per poterlo fare), e per aver violato l’articolo 5 della legge 38 del 1999 al fine di far conseguire un ingiusto profitto ai due stabilimenti (…)].
Che terra straordinaria il Molise…
Intanto la stessa sindaca di Pozzilli ieri ha firmato un’ordinanza urgente con cui sospende l’attività agricola e di consumo dei prodotti agroalimentari provenienti dai terreni contaminati cha la Procura ha individuato nel territorio di competenza comunale.
Se la situazione non fosse così tragica ci sarebbe da ridere. Eh sì, perché un amministratore locale che sa quanto inquinato sia il suo territorio può ordinare al contadino di non coltivare i broccoli ma nulla può contro la società autorizzata dalla Regione ad inquinare. Perfino la Procura ha le mani legate perché in assenza di strumenti fondamentali come il registro dei tumori diventa complesso provare che la leucemia o il cancro ai polmoni siano conseguenza dell’inquinamento.
Considerando che è difficile ipotizzare che ammalarsi e morire sia l’hobby preferito di chi vive nella Piana di Venafro, forse è il caso di prendere in seria considerazione la possibilità di agire con urgenza con tutti gli strumenti a disposizione. Magari cominciando proprio mettendo mano all’Arpa, la famosa Agenzia che doveva, tra l’altro, provvedere da tempo a fornire centraline più performanti da installare lungo la altrettanto famosa via Colonia Giulia.
Così come sarebbe il caso che venafrani e residenti dei centri limitrofi scegliessero meglio da chi farsi rappresentare nelle istituzioni.
Luca Colella

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