L’emergenza Coronavirus è piombata ieri anche nel Venafrano. Tra notizie vere e notizie infondate, due comunità si sono ritrovate in allarme. A Primo Piano Molise la figlia dell’82enne risultato positivo, il primo in provincia di Isernia, ha voluto fare chiarezza nel tentativo di rassicurare amici, parenti, conoscenti.
«Non voglio nascondermi né nascondere nulla: mio padre è risultato positivo al Coronavirus e noi siamo in quarantena». La donna appare sconvolta dalla situazione in cui si è ritrovata con la propria famiglia catapultata da un momento all’altro. Più che altro però a destabilizzare lei, il suo compagno e i due figli conviventi sono state le voci incontrollate che hanno iniziato a circolare con insistenza per mezza giornata. Qualcuno le ha rivolto persino le condoglianze, convinto che il padre fosse morto. «I nostri telefoni non hanno smesso un attimo di squillare per tutta la giornata… Mio padre comunque, ed è l’unica mia preoccupazione anche perché non sono più riuscito a vederlo quando lo hanno portato a Roma, non stava in gravi condizioni: è stato prima tenuto in terapia intensiva, poi si è stabilizzato e quando le sue condizioni sono migliorate, intorno a mezzogiorno, è stato dimesso dalla terapia intensiva e portato in reparto. Dopo qualche minuto però si è sparsa la voce che mio padre era morto, sono iniziati ad arrivarmi addirittura messaggi e telefonate di condoglianze. Così ho richiamato lo Spallanzani, che ovviamente ha smentito…».
L’82enne era ricoverato dagli inizi di febbraio per problemi cardio-respiratori, poi è stata diagnosticata una broncopolmonite. Quindi, «fino a sabato è stato bene, da domenica ha iniziato ad avere i primi sintomi, soprattutto tosse… Così si è deciso di effettuare il tampone: è stato inviato allo Spallanzani e in nottata è arrivato il responso con il conseguente trasferimento a Roma».
«Io – ha quindi specificato la donna – sono stata l’unica avere contatti con mio padre al San Raffaele dove lo andavo a trovare tutti i giorni». Altri parenti che sono andati a visitare l’uomo sono della Campania.
Tra i figli in quarantena va detto che c’è anche un ragazzo che studia a Modena, il quale è tornato a Venafro ben oltre un mese fa. «Sono convinta che non sia partito da noi il contagio – ha affermato la donna -. Noi stiamo tutti bene, ci hanno notificato il provvedimento con l’invito all’isolamento per 14 giorni, ma già noi ci eravamo posti in quarantena in via precauzionale. Io ho richiesto espressamente di essere sottoposta a tampone per rassicurare tutti più che altro, ma mi è stato detto che non è previsto dal protocollo in quanto nessuno di noi ha sintomi. L’Asrem comunque ci ha chiamati, ci ha chiesto come stavamo, ci hanno dato dei consigli ecc».
La figlia dell’82enne ha poi voluto “rassicurare” anche i tanti clienti del supermercato dove lavora in quanto oltre a non avere alcun sintomo «io sto al banco salumi, quindi le persone sono a distanza di ‘sicurezza’». Per quanto concerne il padre, lui abita a Sesto Campano in una casa “isolata” e prima del ricovero a Cassino «non ha avuto grandi contatti con altre persone». In ogni caso si parla di un mese fa. L’anziano, poi, essendo appunto ricoverato non ha partecipato nemmeno al funerale di un parente celebrato la scorsa settimana a Sesto. Insomma, l’ipotesi contagio dal ‘lato’ laziale appare allo stato la più accreditata.

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