Alfredo Ricci rompe gli indugi. E dopo valutazioni e riflessioni varie, sul Ss Rosario ha deciso di scendere in campo pesantemente e formalmente. Il sindaco ha infatti inviato una nota ufficiale all’Asrem, ai commissari alla Sanità, alla Regione Molise per sollecitare l’attivazione e riattivazione di servizi e per chiedere la revisione del decreto commissariale numero 65/2020, quello che, in sostanza, dimezza i posti letto per la Rsa. Tre pagine fitte e dettagliate per ricordare come «con nota del 22 luglio 2020 si segnalavano una serie di carenze rispetto a servizi sospesi e ad altri non ancora attivati presso l’ospedale “Ss Rosario” di Venafro». Dunque, a distanza di mesi da tale segnalazione, «soltanto alcune delle segnalazioni inviate sono state riscontrate (e, comunque, con servizi funzionanti in minima parte), mentre complessivamente la situazione è rimasta invariata».
Il documento. Questa nel dettaglio la dura nota inviata dal sindaco. «Di seguito sono a riepilogare le attuali carenze non risolte rispetto alle previsioni del Pos 2015/2018 e di prospettiva: radiologia: dopo la segnalazione inviata e la successiva riunione tenutasi presso la sede della presidenza della giunta regionale, grazie all’impegno diretto del presidente della Regione e del direttore generale Asrem sono state autorizzate alcune ore a un radiologo in servizio presso l’ospedale “Veneziale”, cosicché si sono riattivate le prestazioni radiologiche presso l’ospedale di Venafro; tuttavia, a quanto si è potuto constatare, si tratta di pochissime ore, corrispondenti a una mattinata alla settimana, che lascia senza risposta la maggior parte delle richieste di prestazioni radiologiche che renderebbe necessario coprire tutti i giorni della settimana; è, pertanto, assolutamente necessario autorizzare il medico radiologo ad effettuare ulteriori ore in numero congruo presso il “Ss Rosario”, dove, è bene ricordarlo, è operativo un servizio di radiologia dotato di tutta la strumentazione e il personale tecnico necessari a erogare prestazioni, al pari di quanto viene effettuato presso il “Veneziale”; è, altresì, auspicabile che, in una logica di rinnovo della dotazione tecnologica, sia programmato da parte di Asrem anche l’acquisto di una nuova Tac da installare al “Ss Rosario”, onde alleggerire anche il carico di richieste che vengono smaltite a fatica presso il “Veneziale” ed evitare la migrazione verso le strutture private».
Quindi, «diabetologia: il servizio è stato soltanto parzialmente riattivato con assegnazione di un medico, di nuovo incarico, che, in considerazione delle poche ore a disposizione, riesce a garantire soltanto una minima parte delle tantissime prestazioni in precedenza garantite in loco; è bene ricordare che l’ambulatorio di diabetologia del “Ss Rosario” ha sempre costituito il punto di riferimento per l’intero territorio provinciale, capace di erogare migliaia di prestazioni l’anno; ciò è stato possibile anche grazie all’impegno di medici specialisti in servizio presso la Uoc di Medicina, ora in forza presso il “Veneziale”, che negli anni hanno saputo creare una realtà di eccellenza; è intuibile che il meccanismo di fidelizzazione pazienti-medici è tale che, se tali medici non saranno assegnati nuovamente al servizio di diabetologia presso il “Ss Rosario”, tutto il patrimonio creato da anni andrà disperso, in favore di altre realtà, per lo più private; a quanto è dato sapere, i medici in questione hanno garantito massima disponibilità, per cui si tratta soltanto di risolvere le problematiche interne alla Uoc di Medicina del “Veneziale”, invero non nuove ma già in passati risolte con l’impegno diretto della direzione generale Asrem; ma occorre fare presto, prima che la struttura in questione sia di fatto dispersa».
In merito poi alla Rsa, Ricci rimarca come «la struttura in questione, inaugurata nell’estate 2019 e finalmente accreditata dalla Regione lo scorso mese di gennaio, di fatto non è stata mai attivata, se si eccettua il periodo di lockdown (la vicenda dei cosìddetti “vecchietti”); ad oggi, quella struttura deve essere assolutamente attivata per i non-Covid, attuando le previsioni del Pos 2015/2018 che, allo stato, sono inspiegabilmente (e illegittimamente) non attuate; ciò renderebbe possibile anche prevedere l’attivazione di una lungodegenza cod. 60, di un hospice e di un centro per Alzheimer; se dovesse essere necessario, si confida nella capacità di dotare la struttura degli allestimenti aggiuntivi rispetto a quelli già disponibili (non si tratta di una spesa squilibrante) e di reperire il personale (se del caso, spostandolo da quei servizi presso cui è di fatto “non attivo”, se non nominalmente); ma è diritto della comunità che mi onoro di guidare avere riscontro al riguardo, dopo un periodo troppo lungo di attesa».
Si passa poi a «riabilitazione: le prestazioni previste presso il “Ss Rosario” vengono erogate a singhiozzo, nonostante l’ampia disponibilità del personale medico e sanitario; i servizi possono e devono essere potenziati, realizzando riabilitazione extraospedaliera RD1-RD2, riabilitazione di mantenimento e riabilitazione nei disturbi cognitivi, assegnando a tal fine alla struttura del “Ss Rosario” il personale medico specialista disponibile nell’ambito della stessa Asrem; diversamente, si continuerebbe a rendere servizi inadeguati alla domanda di prestazioni che viene dai pazienti, a discapito della rete di medicina territoriale pubblica che va rilanciata».
Quindi, «attività ambulatoriali specialistiche: vanno integralmente riattivate con regolarità e continuità, anche nella modalità non-intra moenia, dal momento che, allo stato, soltanto poche attività sono riprese; è anzi necessario prevedere attività di preospedalizzazione per interventi chirurgici programmabili, ambulatorio di terapia del dolore, ambulatorio di piccola chirurgia».
Inoltre, Ricci ha evidenizato e criticato come «tuttora non viene nominato il responsabile della Casa della salute, che garantirebbe una dedizione e attenzione ai servizi da erogare presso la struttura di Venafro, a tutto vantaggio di una gestione efficiente ed efficace». Altra richiesta forte è l’«attivazione immediata di un punto di primo intervento, in modo da garantire risposta alle situazioni di emergenza meno gravi, così da alleggerire anche il Pronto soccorso di Isernia: tale aspetto è particolarmente urgente, in quanto si determina, in caso contrario, una incidenza negativa sui livelli essenziali di assistenza e, comunque, si viene a compromettere il diritto alla salute dei cittadini dell’hinterland venafrano, tanto più nell’attuale periodo di emergenza epidemiologica, in cui maggiori sono i disagi per coloro che si rivolgono alle strutture sanitarie e maggiore è la necessità di avere una rete territoriale in grado di dare risposte rapide, efficaci e sicure».
La “minaccia” di Ricci. Il sindaco, quindi, conclude: «A fronte delle necessità evidenziate nella nota del 22/7/2020 e nella presente, si deve constatare con vivo rammarico che il recente decreto commissariale numero 65 del 26/10/2020 non dà risposte, anzi contiene ulteriori riduzioni ai servizi previsti (e, comunque, ancora non attuati) presso il “Ss Rosario” e non prevede alcun presidio per il trattamento delle urgenze, né punto di primo intervento né potenziamento della postazione 118; al riguardo, si chiede un’immediata revisione delle previsioni contenute in tale decreto, in modo da dare urgenti e adeguate risposte alle esigenze di tutela del diritto alla salute, come innanzi rappresentate. La situazione che si sta determinando rischia di compromettere l’equilibrio difficilmente raggiunto sul territorio nei mesi anche a seguito della vicenda legata al ricovero di pazienti Covid presso la Rsa del “Ss Rosario” a partire dallo scorso mese di aprile. In tal senso, devo evidenziare che, rispetto all’eventualità di vedere nuovamente ricoverati presso il “Ss Rosario” pazienti positivi al Covid, non appare scontato che la comunità che mi onoro di rappresentare abbia un approccio improntato alle stesse serenità e disponibilità in precedenza manifestate, dopo mesi di attesa rispetto alle legittime ed essenziali richieste di attivazione e riattivazione dei servizi di cui innanzi, non potendosi condividere una impostazione tendente a considerare il “Ss Rosario” come una struttura utile soltanto all’occorrenza».
Insomma, per il sindaco «è assolutamente necessario garantire ai cittadini, anche di questo territorio, la possibilità di rivolgersi a strutture sicure e di prossimità».

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