Dal punto di vista dell’inquinamento, formalmente l’anno del record è stato il 2013, ma di certo il 2020 non può far sorridere Venafro se è vero, come è vero, che i superamenti del limite massimo consentito sono arrivati a quota 51. Manca soltanto il 31 dicembre da misurare ma in ogni caso la situazione è grave e il primato resterà a 7 anni fa. Ma solo formalmente poiché quest’anno è stato del tutto particolare, con il traffico veicolare per diversi settimane e mesi in lockdown causa misure anti contagio da Covid-19. Fortunatamente nell’ultima settimana dell’anno i valori sono calati e il triste e spaventoso record del 2013 ha potuto resistere.
Resta il fatto che mai, negli ultimi anni, Venafro aveva fatto registrate così tanti sforamenti delle polveri sottili. Dal 2014 al 2019 si è andati nell’ordine dei 44, 27, 24, 25, 24 e 39. Il 2020 si è chiuso con 51 (o 52 superamenti).
Dal 15 dicembre si è registrata una continua impennata fino al 50esimo sforamento del 23 dicembre che ha fatto registrare un valore di 119 ug/m3 (con un limite fissato a 50 ug/m3). La vigilia di Natale, poi, è arrivato il 51esimo allarme, ma per un valore tecnicamente di poco sopra la soglia, ovvero 59 ug/m3. Da Natale al 30 dicembre, quindi, sempre al di sotto con punte massime di 35 ug/m3.
Certamente, il 2021 dovrà essere in qualche modo l’anno della svolta, con azioni mirate di contrasto del fenomeno. Approfittando anche del fatto che il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha ordinato l’impiego dell’Ispra.

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