In tanti a Venafro si pongono una domanda: ma come è andata a finire la partita con la Regione Campania per quanto riguarda la captazione delle acque del San Bartolomeo? E ancora: quali i risultati della trattativa intavolata con la Regione Campania da parte delle massime istituzioni regionali e locali del versante molisano? A quanto pare si sarebbe fermato tutto, dopo una iniziale ripresa dei lavori, con impegni e promesse ancora una volta mai mantenute.
L’ex sindaco di Venafro Antonio Sorbo che rilanciò la vertenza captazione delle acque del San Bartolomeo, oggi parla di un iniziale confronto interistituzionale delle parti in causa ma senza nessuna “buona notizia” per il fronte venafrano.
«So che le due Regioni si sono sedute intorno a un tavolo per le vertenze relative ai trasferimenti idrici interregionali. Spero che si siano ricordati di Venafro. Quando ricoprivo la carica di sindaco della mia città, feci aprire un procedimento dell’Autorità di Bacino per la verifica e la garanzia del deflusso minimo vitale con un esposto. All’epoca la Regione Molise non aveva la norma per la definizione del deflusso vitale, tuttavia una norma europea prevedeva e prevede che se non viene garantito il deflusso minimo vitale, bisogna interrompere ogni attività di captazione. Fu convocata una riunione una riunione presso l’Autorità distrettuale in Abruzzo a cui fu invitata la Regione Molise e non il Comune. Poi non ho saputo più nulla. Spero solo che si spinga affinchè a Venafro vengano riconosciuti tutti i benefici».
Come si sa, il minimo deflusso vitale è la portata residua in grado di permettere a breve e a lungo termine, la salvaguardia della struttura naturale dell’alveo e, di conseguenza, la presenza di una biocenosi che corrisponda alle condizioni naturali. Insomma la vicenda relativa alla captazione delle acque del San Bartolomeo tocca anche questioni ambientali.
Sorbo, quando parla di accordi raggiunti di recente tra Campania e Molise, si riferisce all’ultimo accordo raggiunto tra Toma e De Luca, ma a quanto pare l’accordo avrebbe riguardato solo il mantenimento degli attuali flussi dalle sorgenti Torano e Biferno, con l’impegno di altri incontri per disciplinare i rapporti futuri.
Per la città di Venafro i “ristori” per la captazione delle acque del San Bartolomeo sono fermi addirittura al 2008 quando, grazie alla risorse assegnate sul conto di Palazzo Cimorelli, dalla Regione Campania, fu espletata una gara di appalto, con procedura aperta per “l’aggiudicazione relativo alle opere connesse con la captazione delle Sorgenti del San Bartolomeo nel Comune di Venafro – “Valorizzazione di via Lavatoio (completamento) e riqualificazione della viabilità di via dei Mulini e via Bassano del Grappa”, Gara n. 02/2008, importo a base di gara 549.433.08 euro”. Oltre mezzo milione di euro dunque a fronte della acque della galleria drenante di San Bartolomeo nel tenimento del Comune di Venafro lunga 800 ml per un contributo di 900 litri a secondo.
Eppure sotto l’amministrazione Sorbo fu riaperto il tavolo (che la Regione Molise e anche le precedenti amministrazioni comunali ritenevano già definitivamente chiuso) con la Regione Campania e Acqua Campania per il trasferimento dei 100 litri di acqua al secondo a favore della città di Venafro previsti nella convenzione che fu stipulata a suo tempo per la captazione del San Bartolomeo da parte della Regione Campania.
Il Comune di Venafro nel 2002 aveva rinunciato alle opere di adduzione, che dovevano essere realizzate dalla Campania, per prelevare i 100 litri di acqua al secondo e portarli nella rete idrica cittadina. Grazie alla ex amministrazione comunale si ottenne il risultato di far assumere un ruolo decisivo all’Autorità di Bacino che programmò ben tre incontri: uno a Caserta, presso la sede dell’Autorità di Bacino, un altro al Comune di Venafro e un terzo presso la Regione Molise. Grazie all’iniziativa di Sorbo fu attivato il telerilevamento 24 ore su 24 con quattro contatori che consentono, oggi, in via telematica, il controllo dei flussi sulle quattro principali diramazioni della rete idrica e altri tre, posti più a valle, sulle diramazioni secondarie.
Sarebbe il caso che gli attuali inquilini di Palazzo Cimorelli si adoperassero per riaprire la trattativa e arrivare, così come è avvenuto per le sorgenti del Torano e del Biferno, ad un accordo di massima che possa tenere insieme le esigenze idriche del versante campano e le aspettative dell’area venafrana. marco fusco

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