Sarà la magistratura isernina a chiarire cosa è accaduto al 60enne Rocco Di Santo, deceduto per una polmonite, un’insufficienza renale acuta e per disidratazione, dopo essere stato trasferito nell’ospedale Veneziale da una casa di riposo privata per anziani presente nella provincia di Isernia. Il fratello ha deciso di presentare una denuncia alla stazione dei carabinieri di Sesto Campano, paese in cui risiedeva Rocco, per chiedere di accertare se il decesso è attribuibile a responsabilità della casa di riposo. Affetto dal morbo di Alzheimer, le condizioni di salute di Rocco Di Santo peggiorarono in seguito ad un intervento chirurgico per un aneurisma cerebrale. Per questa ragione i familiari, il 10 luglio scorso pensarono di affidarlo alla struttura privata nella speranza di un recupero fisico. Una scelta costosa, vista la retta di 1.200 euro, ma indispensabile. Il 20 luglio le sorelle di Rocco Di Santo decisero di recarsi nella casa di riposo per portarlo con loro a Sesto Campano e fargli trascorrere qualche ora in famiglia. Le condizioni del 60enne erano buone, anche se ai loro occhio appariva un po’ dimagrito. In seguito accadde qualcosa che ora la magistratura dovrà chiarire. Il 6 agosto le sorelle si recarono di nuovo presso la struttura privata per fare visita al fratello, tuttavia l’assistente sociale impedì ogni contatto, sostenendo che Rocco in quel momento stava riposando avendo trascorso una nottata agitata. Dopo qualche giorno furono due cugine a tentare di visitare il congiunto, ma anche a esse fu impedito. A quel punto la famiglia inizia a insospettirsi e preoccuparsi. Anche perché trascorsi altri giorni a essere respinto dal personale della casa di riposo fu un amico che cercò di vedere Rocco Di Santo. Fratello, sorelle e cugine iniziarono quindi a chiedersi cosa stesse accadendo. Quali erano le reali condizioni di salute di Rocco? Perché non era possibile vederlo? L’inizio dell’epilogo di questa vicenda a dir poco incredibile si ebbe il giorno di Ferragosto. Alle 22.30, attraverso una telefonata dell’assistente sociale della struttura privata, una delle sorelle fu informata che Rocco era stato trasferito presso l’ospedale Veneziale di Isernia perché aveva la febbre alta. “Non preoccupatevi, pensiamo a tutto noi”, aggiunse l’assistente sociale, tentando di tranquillizzare la sorella del paziente. Il giorno successivo i familiari si precipitarono presso il reparto di medicina dell’Ospedale di Isernia, rendendosi conto che Rocco era in condizioni molto gravi. Non si trattava di una semplice febbre. Nelle carte al vaglio degli inquirenti c’è il certificato di ricovero: “Si attesta che Rocco Di Santo è stato ricoverato presso questa UO in data 15 agosto 2012 in condizione di coma vigile da insufficienza renale acuta grave con stato di disidratazione, iperosmolarità plasmatica e acidosi metabolica. Il paziente proveniva da casa di riposo dove era ricoverato con diagnosi di Morbo di Alzheimer. Presentava, inoltre, un quadro clinico-radiologico di polmonite (…)”. Il 22 agosto scorso venne purtroppo scritta la parola fine. Alle 6 e 10 del mattino Rocco Di Santo muore all’età di 60 anni a causa di quella polmonite, insufficienza renale e disidratazione che ne avevano determinato il ricovero. Una vicenda che certamente avrà ulteriori sviluppi in sede giudiziaria. Intanto, induce a riflettere su quali sono le reali capacità di cura e assistenza di certe strutture riservate agli anziani. Come è stato possibile che Rocco Di Santo sia arrivato in ospedale disidratato? Trasferirlo in anticipo presso il Veneziale gli avrebbe salvato la vita? In quei giorni di grande caldo veniva adeguatamente nutrito? Beveva acqua a sufficienza? Era vigile? Anche questi interrogativi incombono sulla famiglia che dal 6 agosto è stata completamente tagliata fuori da ogni possibilità di accertare direttamente le condizioni del congiunto. Addirittura le sorelle raccontano di avere incontrato difficoltà anche nel riprendersi gli abiti che Rocco aveva portato con se il giorno della sistemazione nella casa di cura. Intanto i parenti di Rocco Di Santo rivolgono un appello a tutte le famiglie che hanno anziani malati: “Fate la massima attenzione. Controllate le case di riposo private. Accertatevi di come operano e che non somministrino calmanti per sedare gli anziani”. Insomma, massima allerta per evitare altre tragedie

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