Aldo Patriciello blocca le polemiche sul nascere. Il giorno dopo gli incontri avuti a Roma sulle politiche, prende spazio sulla stampa molisana la lettera in cui l’eurodeputato ha chiesto candidature che non siano autoreferenziali ma invece «rappresentative di una intera comunità».
Patriciello si assume la paternità della nota e del suo contenuto mentre cominciavano a serpeggiare ricostruzioni: chi oltre lui ha firmato la lettera, chi condivide il j’accuse alla coordinatrice Tartaglione? Di sicuro è sulla posizione dell’eurodeputato Alessandro Pascale (in pagina la sua nota al Cav). Il resto è gioco di ruoli interni, esercitazione senza grossa efficacia. Perché uno dei big di Forza Italia in Molise e nel Mezzogiorno esce allo scoperto e dice: sì, ho scritto a Berlusconi perché voglio evitare che candidature che non hanno consensi elettorali – quindi nomi che beneficiano del brand e dei voti dei tradizionali ‘portatori’ – possano nuocere alla coalizione anche in vista delle regionali.
«Sono abituato – spiega Patriciello – a dire le cose che penso e a metterle per iscritto. Questo era ed è l’intento della lettera al presidente Berlusconi. Nessuna sterile polemica, nessuna velleità personale: solo la fondata preoccupazione circa la strategia elettorale da metter in campo, a livello regionale, per le imminenti elezioni politiche. Ci tengo a sottolineare, con forza, che non ho nomi da suggerire, né ho mai rivendicato per me stesso alcuna candidatura al Parlamento italiano».
La sua, prosegue, è «una riflessione sul metodo, sulla necessità di valorizzare personalità riconosciute e riconoscibili politicamente per la loro storia personale ed il loro impegno civico. Per tale ragione ritengo che per quanto riguarda il centrodestra – ma il discorso credo si possa estendere a tutti i partiti – sia opportuno mettere in campo, specie sui collegi uninominali, persone rappresentative di una intera comunità. Ritengo altresì – e sto cercando con forza di far capire nelle sedi romane – che i sondaggi siano solo indicativi dell´espressione di pensiero: altra cosa è, invece, il voto reale».
Il Rosatellum, chiude Patriciello, vuole «dare voce a coloro i quali si battono quotidianamente in favore dei cittadini». Intento che lui, eletto in un collegio che va da Teramo a Reggio Calabria, condivide perché sa «quanto sia importante il contatto con i cittadini, con gli amministratori, con chi giorno per giorno vive i problemi della gente comune. Prestare loro ascolto significa fortificare l’anima moderata e liberale che da sempre caratterizza un partito come Forza Italia».

 

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