«Sto al mio posto tranquillo, continuo a lavorare. Per le posizioni politiche c’è un commissario. Mi rimetto a quello che deciderà la Lega».
Luigi Mazzuto sta trascorrendo il giorno dell’Epifania in famiglia. Strappato per qualche minuto da Primo Piano al ruolo di nonno, interpreta quasi di malavoglia quello di ‘uomo del momento’ anche perché è evidente che significa ‘uomo della discordia’.
Dice poco, pochissimo. Però resiste. Per fare il paio con la replica a muso duro del governatore al commissario Jari Colla (lo ha definito ‘partigiano’, nel tenore delle affermazioni ovviamente), si potrebbe dire che pure l’ex presidente della Provincia di Isernia è arruolato nella resistenza.
Il deputato di Monza ha preso il suo posto al vertice del Carroccio in Molise. L’intervento di Colla in suo soccorso è arrivato nel momento clou, quando Toma sembrava ormai voler chiudere la questione entro qualche giorno. Invece, la telefonata del commissario leghista ha convinto il governatore a rallentare i tempi. «Io non ho più un ruolo politico, ma solo amministrativo. C’è un commissario, ci sono i referenti politici. Loro decidono cosa è meglio e io rispetterò le decisioni». Mazzuto vuole quindi tirarsi fuori dalla contesa. «Prendo atto che il partito mi sostiene ancora una volta», sottolinea però.
Non si interessa delle decisioni politiche, le lascia a chi oggi ha ruoli di vertice nel partito. Una posizione comoda, visto che Colla lo ha blindato. Chissà se invece Colla avesse detto altro… «Ho avuto un ruolo politico per molto tempo, ora mi prendo questa – come dice lei – comodità», risponde alla provocazione l’assessore al Lavoro. Bersaglio di molti colleghi di maggioranza: non solo le due pasionarie (con Calenda però i rapporti personali o formali sono rimasti buoni come testimonia la foto pubblicata dalla consigliera sul suo profilo e scattata alla tombolata dell’Afasev), però anche Di Lucente non gli risparmia stoccate. Uomo della discordia, che rischia di schiantare un’intera maggioranza? «Ma io non litigo con nessuno. Di Lucente poi… è stato mio assessore in Provincia. Calenda e Tedeschi sono stati miei assessori in Provincia. Perché dovrei litigarci». Lui non ci litiga ma Di Lucente lo critica apertamente e pubblicamente. «Ognuno ha i suoi modi», la risposta di Mazzuto.
Nell’ultimo Consiglio regionale la maggioranza è andata sotto su un provvedimento del suo collega Niro per i trasporti, l’iniziativa di un assessore che si è infranta sulle coste di una squadra litigiosa. Potrebbe capitare anche a Mazzuto. Se non vuole rispondere da politico, da amministratore un’idea sulla volontà del presidente di cambiare la giunta per evitare altre figuracce (o peggio mozioni di sfiducia) se la sarà fatta. «Con il presidente ho un rapporto ottimo. Questa è una sua prerogativa, faccia quello che ritiene opportuno».
Lui però aspetta. «Il partito deciderò cosa fare. Io – ricorda sibillino – sono stato indicato da Salvini in giunta».

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