La norma che ha abolito l’istituto della surroga avrebbe dovuto entrare in vigore a decorrere dalla prossima legislatura, motivo per il quale il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Filoteo Di Sandro, ha deciso di adire le vie giudiziarie. La surroga, meccanismo normato con la legge elettorale varata dal governo Frattura, ha consentito – fino alla sua abrogazione – ai primi dei non eletti di subentrare in Aula in luogo del consigliere della stessa lista ‘promosso’ assessore. «La mia azione giudiziaria non è contro qualcuno – spiega il coordinatore di Fdi – ma volta a tutelare e salvaguardare alcuni diritti: non è questione personale ma solo di ripristino della legittimità». Se la legge abrogata fosse entrata in vigore dalla prossima legislatura, una volta diventato assessore Quintino Pallante, sarebbe dovuto entrare a Palazzo D’Aimmo, in qualità dei primo dei non eletti, proprio Di Sandro.
Ma per il coordinatore regionale non si tratta di una ‘guerra fratricida’ contro l’attuale assessore del suo stesso partito. «È un fatto di giustizia, ritengo che quella procedura utilizzata in Aula sia stata illegittima. Non si poteva fare», rimarca ancora. Impossibile non notare che quella decisione fu assunta in Consiglio con l’assenso dell’esponente del suo partito. «La linea del coordinatore regionale – ricorda Di Sandro – era altra: non abrogare la surroga ma cambiare la legge elettorale con calma e dopo un’ampia discussione. Non è stata seguita, è vero, nemmeno dall’esponente del mio partito. Ma le ho già detto che Pallante si rapporta poco con il coordinamento regionale. Ho promosso il ricorso per dignità personale, per la tutela e la salvaguardia delle norme: resta intatta la condanna politica per le azioni malvagie, politicamente, che hanno utilizzato nei confronti dei consiglieri estromessi».
Intanto la vicenda giudiziaria che riguarda l’ex consigliere Massimiliano Scarabeo è entrata nel vivo. Discussa ieri dal tribunale ordinario di Campobasso, andrà a sentenza. Competitor diretto dell’ex consigliere, in questo caso, l’assessore Nicola Cavaliere (Scarabeo nel 2018 è stato eletto con Forza Italia, ndr). «Il 20 aprile 2020 si è tenuto un Consiglio regionale illegittimamente convocato e pertanto illegittimamente composto, dove gli assessori dimissionari hanno votato la loro reintegra», tuona l’ex consigliere azzurro che, durante la sua permanenza a Palazzo è passato con il Gruppo misto e da qualche tempo è ufficialmente con Fdi.
Sul ricorso, analogo, dell’ex surrogato dei Popolari per l’Italia Tedeschi e su quello della collega di Rialzati Molise Paola Matteo i giudici si sono pronunciati respingendo la domanda cautelare ex articolo 700. Tra le altre cose nell’ordinanza su Tedeschi i magistrati hanno evidenziato che pure quando la surroga era in vigore Tedeschi, e come lui quindi gli altri primi non eletti, poteva vantare «una mera aspettativa alla supplenza» in base alla legge allora vigente. Aspettativa che si è concretizzata fino alla revoca degli assessori. Ma poi la legge è cambiata.
Il merito di questi ricorsi, insieme a quello di Di Sandro, si discuterà a febbraio.

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