Recovery plan, la capogruppo del Pd in Consiglio regionale ha ribadito le sue critiche a Toma, a suo parere non ha capacità di programmazione e visione sui progetti.
«Nessuna delle 67 proposte avanzate dalla nostra Regione è stata accolta. A nulla serve la smania del presidente Toma di intitolarsi meriti che non esistono. Quella scatola vuota, per tre miliardi di euro, e composta da progetti senza alcuna possibilità di finanziamento – ha segnalato Fanelli – come previsto è stata rimandata al mittente. L’unico intervento relativo al Molise è quello della linea ferroviaria Termoli – Campobasso – Venafro. Toma se n’è intestato il merito, ma sappiamo benissimo che parliamo di un intervento relativo alle Ferrovie dello Stato ed inserito nei Fondi di sviluppo e coesione, strumento di finanziamento per le aree sottoutilizzate del paese. Stessa cosa dicasi – ha proseguito la capogruppo Pd – per l’intervento sulle Zone economiche speciali, che è citato nel documento ma è onnicomprensivo, implicitamente e potenzialmente. Quindi potrà aiutare anche la nostra Zes Adriatica, ma la modernizzazione del porto di Termoli non c’è. L’unica speranza resta ora quella che, in vista della seconda e nuova fase sulle scelte relative al Recovery, la Regione Molise sappia avere una spinta proattiva e, soprattutto, capacità di proposta percorribile. Perché se ciò non dovesse accadere il pericolo concreto è che il Molise rischia di non portare nulla a casa. E questo davvero la nostra regione non può permetterselo».
Micaela Fanelli ha poi messo in risalto i suggerimenti messi in campo dal Pd per un miglioramento della progettazione regionale in vista degli stanziamenti europei.
«In un incontro promosso dal circolo e dalla federazione Pd di Isernia sono emerse molte proposte. Non a caso dalla prima alla seconda versione del documento si registra un miglioramento degli interventi per la prevenzione e per la ricostruzione post terremoto. Nella prima versione erano citati i sismi che avevano riguardato altre aree del paese. Nell’ultima, invece, le misure sono potenzialmente utilizzabili da tutti i territori, incluso il Molise e soprattutto l’area del cratere del 2002 e la zona di Guglionesi per quello del 2018. Ampliamento, questo, avvenuto grazie alle richieste che ho più volte avanzato in sede nazionale e che, alla fine, sono state accolte. Così come in queste ore stiamo argomentando la necessità di prevedere la riserva territoriale in favore del sud che nel documento non c’è. Senza riserva per il sud – ha concluso – le risorse rischiano di spostarsi verso territori più competitivi».

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