Si è concluso il processo a carico di Vincenzo Zeoli e Giuseppe Bruno, 40enne ex guardia giurata di Campobasso e Giuseppe Bruno, pregiudicato foggiano di 50 anni, finiti in manette ad ottobre scorso nel corso dell’operazione ‘Avamposto’ condotta dalla Squadra Mobile di via Tiberio che ha premesso di smantellare un traffico di droga dalla Puglia al Molise. I due, secondo l’accusa, avevano messo su una centrale dello spaccio in due villette in una contrada di Oratino, dove confezionavano e smerciavano cocaina purissima destinata alla piazza campobassana e a clienti ‘insospettabili’.
Al termine del rito abbreviato, che prevede un riduzione di un terzo della pena, Giuseppe Bruno, difeso dall’avvocato Arturo Messere, è stato condannato a sei anni di carcere e ad una multa di 20mila euro. Mentre Vincenzo Zeoli, rappresentato dall’avvocato Silvio Tolesimo, a 3 anni e 10 mesi di reclusione e ad una sanzione di 12mila euro. Il difensore ha presentato istanza per i domiciliare.
Anche il 50enne foggiano ha avanzato la richiesta di una misura alternativa al carcere, vale a dire una comunità per disintossicarsi.
Intanto proseguono le indagini della Squadra Mobile che sta tentando di risalire al canale di clienti dei due arrestati. Tutto ruota attorno all’agenda che gli uomini guidati da Raffaele Iasi hanno ritrovato all’interno della villetta affittata in nero da Giuseppe Bruno, insieme a 40mila euro divisi in mazzette, incellophanatee nascoste in una stufa.
Una lista «volutamente» senza nomi, ma con numeri telefonici (una quindicina) e cifre che indicano probabilmente il quantitativo di cocaina, con il relativo prezzo, da consegnare ai clienti.

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