Una fetta del ‘patrimonio’ di Oti e Itr è pronta a partire per la Francia, destinazione maison John Galliano. Questa mattina il direttore finanziario della nota casa di moda arriverà a Pettoranello di Molise per monitorare la consegna di ben 70mila capi, ceduti all’azienda d’oltralpe a seguito di una difficile transazione tra le due società un tempo operanti nel tessile.
La delicata operazione finanziaria è stata condotta da Giovanna Palermo Di Meo, nominata liquidatore di Oti (officine tessili italiane) dal Tribunale di Milano e artefice, nei mesi Giovanna Palermo Di Meo Primascorsi, della trattativa con Itr Spa, azienda in concordato preventivo, per la vendita degli abiti alla maison Galliano.
La cessione dei capi avverrà anche alla presenza dei delegati Oti e Itr e ha consentito di incamerare le somme necessarie per pagare le spettanze di tutti i creditori privilegiati della Oti e in particolare i compensi arretrati (compresi i Tfr) dei 39 lavoratori dipendenti, e la metà dei crediti maturati dai fasonisti, degli artigiani e dei professionisti. Come annunciato da Primo Piano Molise, i dipendenti percepiranno quindi i cinque stipendi che attendevano da tempo e potranno godere per i prossimi mesi della cassa integrazione.
Tutti i creditori hanno rinunciato all’altra metà delle loro spettanze pur di raggiungere il risultato della definizione dell’accordo e appunto del completo pagamento delle intere spettanze dei lavoratori.
«La John Galliano aveva posto un termine perentorio per la conclusione della trattativa e, se la stessa fosse saltata, le merci sarebbero andate al macero, non potendo essere cedute con quel marchio JG a terzi soggetti – ha spiegato la dottoressa Palermo Di Meo ieri mattina in conferenza stampa -. In tal modo le somme non sarebbero state incamerate, con grave danno economico sia per Oti sia per Itr e quindi per i loro creditori, a cominciare dai lavoratori. Anche per questo motivo, la trattativa era stata tenuta riservata, al fine di non pregiudicarne il buon esito».
Nel corso dell’incontro con i giornalisti, tenutosi nei locali della ex Ittierre, la liquidatrice ha sottolineato come questo risultato sia stato ottenuto grazie all’attento e instancabile impegno del presidente del tribunale di Isernia Vincenzo Di Giacomo, il quale in prima persona ha proceduto a mediare e ricucire continuamente, giorno e notte, le contrapposte posizioni della Oti da un lato e della Itr dall’altro lato, fino a trovare una soluzione condivisa della difficile ed improrogabile trattativa nel comune interesse dei creditori di entrambe le procedure, primi tra tutti i lavoratori.
La dottoressa Palermo Di Meo ha poi spiegato che, grazie alla transazione, la Itr Spa riceverà ulteriori fondi, oltre alle somme incasserà dalla vendita di 300mila capi in suo possesso. Tali cifre serviranno per saldare i conti in sospeso con i propri creditori privilegiati, a partire dalle intere spettanze di altri circa 600 lavoratori.
«I commissari Nella Caruso e Sergio Ferreri hanno lavorato e stanno lavorando alacremente insieme al giudice delegato Emiliano Vassallo e sotto la supervisione dello stesso presidente del tribunale di Isernia – ha proseguito la liquidatrice Oti -. Tuttavia, per giungere al suddetto risultato di soddisfare i creditori privilegiati della Itr spa in concordato preventivo, incluso il pagamento delle intere spettanze dei circa 600 lavoratori, è necessario che il ministro dello Sviluppo Economico autorizzi un’altra transazione per quantificare le somme dovute in prededuzione all’altra procedura Itr (ossia quella in amministrazione straordinaria) gestita appunto dal ministero, autorizzazione che il Tribunale pentro ha anche sollecitato».
La quantificazione delle somme è necessaria in quanto, senza questa operazione, non si potrà procedere al pagamento delle spettanze verso i creditori privilegiati.
Altro discorso è quello di una possibile, sebbene difficile, ripartenza dell’azienda (con auspicabile assorbimento anche di parte degli ex dipendenti Itr), rispetto a cui la Oti e la Itr stanno lavorando autonomamente. Nel merito vige il più stretto riserbo, al fine di non pregiudicare un eventuale esito positivo delle trattative in corso e per non suscitare speranze e aspettative, che poi potrebbero restare deluse. VC

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