Via libera alla procedura semplificata per la variante al Prg del Comune di Termoli, finalizzata alla realizzazione del piano di riqualificazione del centro storico.
L’attesissimo Consiglio comunale sull’approvazione (la prima delle due richieste dalla procedura) della variante al Piano regolatore per il progetto del Tunnel è cominciato alle 10.40, con una quarantina di minuti di ritardo sull’orario di convocazione.
In aula tre le defezioni, al momento dell’appello iniziale: quello del capogruppo di Fi in minoranza, Francesco Roberti, ma soprattutto di due consiglieri di maggioranza del Pd, Antonio Sciandra (capogruppo) e Salvatore Di Francia, che sono state date come indiscrezioni sin dalle ore precedenti. Sui banchi della giunta invece nessuna assenza. Mattinata frenetica in municipio, con il classico conciliabolo del centro-sinistra in sala giunta nelle more dell’assise civica e un pubblico ordinato che ha gremito i posti in sala consiliare, ma senza la presenza torrenziale che si pensava, ma la mattinata sarà lunga.
In avvio, Marinucci e Paradisi hanno protocollato una interpellanza con cui si chiede al sindaco di sapere prima dell’inizio del dibattito quale tipo di procedura di adozione sarà portata in approvazione: ordinaria o semplificata. La presidente del Consiglio Manuela Vigilante dopo aver valutato la questione non l’ammette e ne nasce una discussione critica con Paradisi.
Su richiesta di Nicola Di Michele il deliberato con le premesse viene letto integralmente dalla Vigilante, facendo slittare alle 12.30 e dintorni la discussione vera e propria, con passaggi della proposta letti proprio da Di Michele, nonostante l’insofferenza manifestata dal collega di minoranza Francesco Rinaldi. Dei due possibili dissidenti, Salvatore Di Francia rientra in aula, lasciando solo a Sciandra il ruolo di contestatore interno, pare per la mancata ammissibilità del Referendum.
Con 15 voti favorevoli contro 8 contrari, l’opera di riqualificazione del centro di Termoli è stata approvata a maggioranza e andrà a modificare completamente l’assetto urbanistico della città. L’opera in Project Financing, da 19 milioni di euro, vedrà un tunnel di raccordo stradale tra il porto di Termoli e il lungomare nord con parcheggio multipiano interrato al di sotto di piazza Sant’Antonio.
Ma minoranza e comitati non si arrendono, visto che in corso d’opera Marinucci ha reso noto che prima dell’assise è stata protocollata una richiesta di consiglio monotematico per l’indizione del referendum cittadino. «Sono tre anni che i comitati provano a istituire il referendum – riepiloga Marinucci – ma c’è stata la problematica che il 17 gennaio la commissione referendaria ha dato la non accettazione dei quesiti, ma solo il 12 aprile è stato indicato a sindaco e capigruppo. Considerato che il referendum è un modo democratico per poter indicare la strada sull’opera si chiede la sospensiva della trattazione della delibera fino all’espletamento del referendum». Poi attacca Nick Di Michele – per nulla meno ruvido nel giorno del suo compleanno. «Qui c’è un difetto di democrazia che va avanti da tre anni abbondanti e vorrei conoscere il motivo per il quale Petrosino è in Consiglio comunale». A seguire parla Marone, con piglio da amministrativista consumato. «Ribadisco la contrarietà perché i cittadini meritano una preventiva manutenzione di tutta la città, prima di pensare a opere faraoniche, per ridarle carattere di arredo urbano e accoglienza che Termoli ha sempre avuto nei tempi felici. Riteniamo che in base alla legge vigente, recepita anche dalla regione Molise per una variante al Prg, è necessaria la Vas o la procedura di assoggettabilità alla Vas.
Approvando una delibera dove manca un procedimento necessario la delibera potrebbe essere illegittima e laddove dichiarata illegittima e sospesa in via cautelare comporterebbe una paralisi del procedimento».
Inoltre, per Di Brino: «la discussione avviene in un momento politico particolare e quindi a tre giorni dalle elezioni regionali questa accelerazione immediata e violenta rispetto alla velocizzazione delle procedure è quanto meno sospetta, quasi tre anni fa chiedemmo di discutere di questa vicenda, del tunnel, con una prima mozione del 28 gennaio 2016 e ci venne detto che non si poteva discutere di questa vicenda.
Il 4 settembre 2017 l’abbiamo portata in evidenza al Consiglio regionale, dove la stessa Regione aveva detto che bisognava sospendere e procedere per espletamento del referendum che non è stato fatto. Infine, il 5 aprile la presidente del Consiglio invia la documentazione, manda la comunicazione alla commissione congiunta terza e quarta commissione, si riuniscono solo per due sedute in pochi giorni quando il regolamento prevede che la commissione ha 20 giorni di tempo per licenziare un argomento di questa portata e viene convocato il Consiglio comunale: da più di due anni siamo passati a due settimane.
E’ stata negata la democrazia che non abbiamo vissuto, non solo noi consiglieri di minoranza, ma che vivono anche quelli che hanno proposto il referendum, qualcuno che voleva esprimere il proprio pensiero rispetto a questa opera.
Il traffico di via Roma poteva essere superato con un cavalcavia dalla fine del Corso nazionale.
Non ho visto un progetto sulle spese di gestione dei costi di manutenzione.
Un tunnel chiuso potrebbe diventare ricettacolo di ogni cosa e non può essere considerato riqualificazione perché la riqualificazione è quella sulla superficie».
Per Paradisi: «lo scopo del referendum era quello di trovare un punto di condivisione rispetto a una opera che ha caratteri di irreversibilità perché determina delle conseguenze sull’ultimo scorcio della cartolina di Termoli che ci è stata lasciata indenne sarebbe stato giusto sentire i protagonisti di quella che è la nostra comunità
Orlando: la città di Termoli è un centro commerciale naturale, determinata la necessità di parcheggiare in superficie con posto vicino alla zona centrale l’opera dovrà essere realizzata con il minimo aggravio per le classi private tramite finanziamento privato. La vecchia amministrazione aveva iniziato un percorso per fare il parcheggio sotto piazza Monumento, difendiamo pozzo dolce il tunnel ha un impatto ambientale mentre il ponte sopra no? Quella sarebbe una idea strategica per non far passare le macchine?»
La parola poi passa a Di Michele: «il programma del Movimento era di 46 pagine, quello di Sbrocca di uno e mezzo, oggi state suggellando un patto non con i cittadini ma con la ditta De Francesco che per 14 milioni di euro diventa proprietaria di questa città, tra 100 anni al posto del Castello noi ci ricorderemo del buco di De Francesco. Fate ancora in tempo a tornare indietro, non capisco perché questa convinzione a portare avanti questo progetto, che faremo di tutto per bloccare».
Palla ancora a Di Brino: «Rischiamo un contenzioso di milioni di euro, così come è accaduto con me che quando è cambiato il governo regionale e mi hanno bloccato il progetto di Blu costruzioni. Ci sono troppe incognite, a questo punto comincio a pensare che è il caso di andare a vedere se c’è qualcosa di illegittimo nelle procedure, una volta approvato in Consiglio la ditta avrà tutto il diritto di chiedere i danni alla collettività, perché non si è aspettato dieci giorni perché non si è data la possibilità del referendum? » Liberatermoli ancora sugli scudi con Marinucci.
Quindi, parla l’assessore all’Urbanistica Pino Gallo: «si è parlato di sconvolgimento del centro della città, ma non c’è nessuno sconvolgimento. Il progetto è ipogeo, esalta la peculiarità di parte del centro storico della nostra città e avremo un’area pedonale di oltre un ettaro, recuperiamo la villa di piazza Sant’Antonio, un percorso pedonale che partirà dalla Madonnina, non ci sono state opposizioni dal punto di vista paesaggistico, solo un dissenso su una piccola parte dell’intervento da parte della Soprintendenza, superato dal Consiglio dei Ministri. Tutti gli enti chiamati a dire la loro opinione non hanno posto dissenso importante, precisiamo il discorso delle procedure, sono state istituite due conferenze di servizio per arrivare al risultato, una prima conferenza istruttoria nel 2016 alla quale hanno partecipato tutti gli enti preposti con obiettivo di individuare il percorso autorizzativo da concretizzare nella conferenza decisoria. Tutti gli enti sono venuti alla prima conferenza istruttoria, hanno posto in evidenza il percorso autorizzativo, che si è concretizzato nella conferenza decisoria. Un percorso di circa due anni, tutte le procedure si sono svolte nel rispetto dei tempi, compreso quella attuale, non ci sono state accelerazioni, è stata data la possibilità a tutti quelli che volevano di partecipare.
Per quello che riguarda la Vas si è discusso delle procedure ambientali sia nella conferenza istruttoria che in quella decisoria. L’amministrazione competente è quella regionale, che ha deciso di sottoporre alla procedura di assoggettabilità l’iter poi decidendo che non c’è bisogno della Vas.
Sulla trasparenza e l’aneddoto delle copie, le procedure che abbiamo attuato tutte le fasi sono state pubbliche e disponibili su un sito web dedicato a cui tutti potevano accedere, prendere visione degli atti estrarre copia a tutti gli enti di controllo, un altro aspetto che va chiarito sulla trasparenza della procedura, sul confronto con i cittadini. Voglio ricordare che siamo stati tra le primissime amministrazioni pubbliche in Italia ad avviare un dibattito pubblico al quale potevano partecipare tutti coloro che ne avevano interesse, in quella procedura avevamo previsto anche l’opzione zero, ossia non fare proprio l’opera.
Una comunità ha il dovere di guardare al futuro e rinnovarsi, il nostro intervento è finalizzato alla crescita della nostra città, chi punta alla crescita non può puntarci senza realizzare delle opere innovative e senza realizzare infrastrutture: la manutenzione è un’altra cosa. Il Comune di Termoli in questa operazione di riqualificazione non spende un euro, non si tratta di regalare al privato, ma aderire a una procedura prevista dal codice degli appalti che si chiama project financing, che oggi resta l’unica strada per realizzare delle opere pubbliche; non ci sono molte alternative, diamo a un privato la possibilità di realizzare un’opera pubblica a favore della nostra comunità che oggi non esiste, il procedimento di project prevede la determinazione di un equilibrio economico finanziario». Dopo il sermone di Gallo si passa al voto: 15 favorevoli e 8 contrari. Arrivederci alla seconda adozione, quella definitiva.

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