La passione per la storia e per la raccolta di residuati bellici risalenti alla Seconda Guerra Mondiale rischia di costare caro al sindaco di Conca Casale. Luciano Bucci è stato infatti tratto in arresto dai Carabinieri della Compagnia di Cassino con l’accusa di tentato furto aggravato. Secondo gli inquirenti, infatti, il sindaco e presidente del Museo Winterline (visitato ogni anno da migliaia di persone da ogni angolo del mondo nonché autorità), insieme ad un suo amico imprenditore di Sant’Elia Fiumerapido si sarebbero introdotti in una proprietà privata con l’intento di sottrarre cimeli di guerra.
I fatti sono avvenuti a Terelle, paesino vicino Cassino dove effettivamente i due – Nicola Lanni l’altro giovane arrestato – si trovavano venerdì pomeriggio a caccia di cimeli di guerra. Quando però alcuni residenti della zona hanno notato degli sconosciuti nei pressi di un rudere subito si sono insospettiti e convinti si trattasse di ladri hanno allertato i Carabinieri. Infatti, nelle settimane e nei giorni scorsi in zona si sono registrati diversi furti e quindi gli abitanti si sono mostrati sensibili alla problematica facendo scattare l’allarme.
I militari giunti sul posto hanno fermato Luciano Bucci e Nicola Lanni con l’accusa di tentato furto aggravato, con la convinzione che la coppia dopo aver sottratto i cimeli li abbia fatti sparire. L’arresto è stato convalidato ieri mattina dal giudice del Tribunale di Cassino. Non si è proceduto alla direttissima poiché i legali hanno chiesto tempo per esaminare gli atti. Entrambi gli arrestati, dopo la notte trascorsa nelle celle di sicurezza, sono stati rimessi immediatamente in libertà in quanto incensurati. Al contempo, nessuna misura restrittiva è stata ritenuta necessaria in attesa del processo la cui prima udienza è stata fissata al 16 aprile.
Sia come sia, il sindaco di Conca Casale si è mostrato collaborativo e allo stesso tempo si è difeso dalle accuse in aula. Conosciutissimo ovunque per la sua passione e per la sua attività politica – candidato con Fratelli d’Italia alle ultime Regionali -, chiaramente quando il suo nome è assurto alle cronache locali ha ssuscitato grande clamore e scalpore.
Per la difesa, affidata agli avvocati Francesco Giannini e Antonella Cernera, si è trattato sostanzialmente di «un malinteso». I due amici, secondo la versione dei legali, erano alla ricerca di reperti bellici e mentre giravano per le campagne non si sono accorti di essere finiti in una proprietà privata.
«Quando sono stati avvisati che si trovavano in un luogo privato si sono subito scusati e con i Carabinieri sono stati collaborativi al massimo. Confidiamo pienamente nella giustizia e siamo convinti che non sussistano i presupposti né oggettivi né soggettivi per la configurazione del reato, pertanto siamo fiduciosi che le accuse cadranno appena avremo l’opportunità di dimostrare come si sono svolti i fatti».
Rispetto alle prime versioni circolate che parlavano di perquisizioni e sequestri di reperti anche in locali nelle disponibilità dei due arrestati, gli avvocati hanno precisato che «a seguito di perquisizioni sia personale che sull’autovettura di Bucci, non è stato rinvenuto nulla di riconducibile ad illegittime sottrazioni di beni».
Inoltre, Cernera e Giannini hanno pure smentito «categoricamente la circostanza relativa a fantomatiche perquisizioni domiciliari in danno di Bucci».

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