Ricambio, nel partito e nelle istituzioni. È la parola chiave dell’articolo 25 dello statuto del Pd regionale, ancora non definitivo ma abbastanza pericoloso visto il cortocircuito che ha generato.

Cosa dice, fra l’altro, l’articolo 25? Che “gli iscritti al Partito Democratico non possono ricoprire nello stesso ente per più di due mandati consecutivi l’incarico di sindaco, presidente della Provincia, presidente della Regione. In tali periodi si computano anche quelli ricoperti con altri partiti”. Stessa regola per gli assessori comunali, provinciali o regionali e per i consiglieri: non possono essere candidati nelle liste del Pd per la stessa carica al Consiglio regionale o comunale coloro che ne hanno fatto parte per due mandati pieni consecutivi. In tali periodi si computano anche quelli ricoperti con altri partiti. Si considerano ‘pieni’ i mandati che hanno avuto una durata superiore a 48 mesi”.

Applicando la regola all’attuale delegazione di Palazzo Moffa sarebbero ricandidabili solo Domenico Di Nunzio e il governatore Paolo Frattura. Fuori dai giochi, rottamati, Francesco Totaro, Michele Petraroia e pure Massimiliano Scarabeo perché l’articolo ‘incriminato’ precisa che si tiene conto anche dei mandati non targati Pd. L’assessore alle Attività produttive nel 2006 fu eletto con la Margherita e nel 2011 (mandato che però non è durato 48 mesi ma poco più di 12) con Alternativ@. Un ricambio totale, quasi ‘grillino’ nella concezione della politica.

La minoranza che ha disertato i lavori e denunciato l’assenza di discussione e democrazia interna non ha mai fatto cenno a questioni di merito. La maggioranza nelle repliche ha puntato invece il dito su questa regoletta, più severa dello statuto nazionale perché quello fissa l’asticella per i parlamentari a 3 mandati. La norma molisana inoltre inasprisce la rottamazione perché estende la permanenza nelle stanze dei bottoni anche ad esperienze non genuinamente Pd. La segreteria guidata da Micaela Fanelli ha spiegato che questo statuto è stato elaborato dal ‘vecchio gruppo dirigente’, in particolare vi hanno lavorato Carlo Veneziale e Pino Libertucci. Non sfugge che fra Veneziale e Scarabeo c’è stato un duello ‘elettorale’ nel 2013, l’attuale presidente di Finmolise è il primo dei non eletti nella circoscrizione di Isernia, subito dietro l’assessore. Per cui la polemica interna monta.

 

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