In every life we have some trouble but when you worry you make it double: ci sono sempre problemi nella vita ma se ti preoccupi li fai raddoppiare.
No. L’umore che aveva ieri mattina il governatore Donato Toma non era in tono con la suoneria del suo cellulare. Ha squillato per poco – poi il proprietario lo ha silenziato – nella stanza della direzione sanitaria del Cardarelli: le inconfondibili note di Don’t worry be happy.
Toma era ed è decisamente contrariato: «Se in un adempimento di mia competenza portassi sei mesi di ritardo mi beccherei una denuncia per omissione di atti d’ufficio. E allora dico a chi deve provvedere: vergona!». Si vergogni il governo nazionale che non nomina il commissario della sanità in Molise. «Non so se la Lombardia, la Campania, la Calabria avrebbero accettato una situazione del genere».
Ha appena visitato il reparto di Oculistica che ha riaperto i battenti a Campobasso rafforzando la qualità delle prestazioni ma non ancora con il personale necessario. E ha deciso di incontrare i primari dell’ospedale regionale. Fra loro anche qualche ‘universitario’, come Gasperi per Medicina interna, che guida i reparti grazie al protocollo fra Asrem e Unimol che quanto meno tampona le carenze. E poi gli ‘storici’ – Aiello per Endocrinologia, Cuscunà per Urologia fra gli altri – insieme ai più giovani come Iorio. Toma ha ringraziato i responsabili dei reparti, «per quello che fate». Poi è entrato subito in argomento. Ha ribadito che la sua idea di sanità è di un sistema pubblico integrato dai privati. Per farsi intendere meglio ha aggiunto che i privati non devono offrire la chirurgia estetica come integrazione.
Il problema è, però, che l’idea resta tale da mesi. Sei per la precisione. La mancata nomina del commissario determina danni. Intanto, il 31 ottobre scadono i contratti dei precari e per una proroga ulteriore «qualcuno dovrà assumersi responsabilità che non ha». Ci sono 105 milioni di investimenti sulle strutture che vanno sbloccati con cofinanziamento regionale: 5 milioni. «Nella prossima seduta di giunta li attivo perché non possiamo perdere quei fondi».
E poi c’è l’integrazione fra Cardarelli e Cattolica in standby (nella delegazione che ha accompagnato Toma, peraltro, c’era anche l’avvocato Nicola Lucarelli che il governatore ha nominato nel Cda della Fondazione Giovanni Paolo II). «L’accordo precedente è stato osservato dai Ministeri, rilievi secondo me superabili. Mi sono fatto un’idea, una forma consortile a maggioranza pubblica per gestire l’integrazione. Ma senza commissario – è tornato al punto il presidente – non posso andare avanti».
I progetti in cantiere sono numerosi. Per esempio, trasformare il Santissimo Rosario in ospedale di area vasta a servizio anche dell’Alto Casertano. Oppure costruire col project financing dell’Inail due nuovi ospedali: Agnone di sicuro e uno a Isernia o Venafro appunto, meglio ancora a metà strada. «Ma serve il commissario e bisogna uscire dal piano di rientro».
Infuriato, il governatore ha scandito: «Chi si deve fare l’esame di coscienza è ora che lo faccia». Ha anche rilevato che dagli ambienti sanitari molisani su questo lungo impasse nessuno ha detto nulla, «tranne uno che fa il senatore e ha detto altre cose (l’ex direttore sanitario del Cardarelli Di Marzio, ndr)». Ultima stoccata al sub commissario quando i primari gli hanno sollecitato di risolvere la questione del personale. «Non posso fare nulla, se non sono commissario. Quella competenza è in capo all’Asrem. A proposito, c’è un sub commissario: 11mila euro al mese. Per fare cosa se non c’è il commissario? Non è colpa sua, però…».
r.i.

Un Commento

  1. Annamaria Tersiani scrive:

    Io, invece, dico vergogna a chi si è impuntato per avere a tutti i costi la nomina, pensando che ci sia una sorta di proprietà transitiva tra l’essere parte di una amministrazione locale ed essere bravo a cancellare le storture della sanità nostrana. Che poi ci sia una inaccettabile attesa di questo benedetto commissario e’ un altro paio di maniche.

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