Il collegio Ipasvi (infermieri professionali, assistenti sanitari e vigilatrici d’infanzia) di Campobasso-Isernia lamenta una serie di criticità a cui gli operatori sono quotidianamente sottoposti a causa dell’ormai cronica carenza di personale. E lo fa con una lettera aperta a firma della presidente Mariacristina Magnocavallo, del Collegio direttivo e di quello dei revisori dei conti.
Nella nota si esprime «grande grande preoccupazione, per il ruolo e le attività infermieristiche svolte nella regione Molise. Più volte sono stati evidenziati i motivi di disagio esistenti nelle realtà ospedaliere e territoriali ed a nulla sono valsi – scrivono dall’Ipasvi – i nostri “suggerimenti” e le nostre proposte per tentare di “migliorare l’assistenza sanitaria”. La criticità ancora una volta è rappresentata da carenza di personale di supporto che porta i professionisti infermieri a svolgere attività che aumentano il carico di lavoro, allontanando gli stessi dalla presa in carico del paziente per la valutazione iniziale che dovrebbe avviare tutto il processo assistenziale. Si precisa come gli infermieri, più che ogni altra professione sanitaria, siano impegnati da anni a rafforzare il rapporto di fiducia con l’assistito e come gli stessi siano portatori di quei contenuti professionali che possono concretamente e con metodo scientifico, dare risposta ai bisogni sanitari che si stanno imponendo. Bisogni e domanda sanitaria correlati a cronicità, fragilità fisica e psichica, cure di lungo termine, continuità gestione dei singoli casi. Si precisa che la figura infermieristica, così come evidenziato in altre regioni, rappresenta la chiave di volta per il Servizio sanitario nazionale e regionale, grazie anche alle competenze avanzate, ai nuovi bisogni della popolazione sia per le acuzie sia per la cronicità. Nella nostra regione – affermano dal Consiglio Ipasvi – le cronicità aumentano e assorbono la maggior parte delle risorse, le strutture ospedaliere sono in crisi e necessitano di un modello di assistenza diversa. Il Paese è “anziano” e se l’ospedale rappresenta un luogo “comodo” a cui rivolgersi, molti malati cronici non possono trovare soddisfazione ai propri bisogni.
Il Collegio Ipasvi è il primo a sottolineare quanto importante sia assicurare la presenza delle giuste professionalità con la giusta qualificazione nel giusto ruolo al momento giusto e nel posto giusto, con la opportuna autorità ed appropriata cognizione per incontrare i bisogni ed i comportamenti della popolazione».
La nota, poi, entra nel merito della situazione lavorativa.
«I disagi lavorativi non sono più tollerabili in quanto gli stessi pregiudicano l’equilibrio psicofisico di ciascun operatore, indispensabile per garantire l’espletamento di un’attività professionale di qualità e priva di qualsiasi esposizione a rischio, sia per i professionisti infermieri sia per i pazienti. È importante valutare una progettazione condivisa per trovare soluzioni che consentano il “cambiamento”, superando eventuali resistenze. I modelli che si possono assicurare sono garantiti da professionisti competenti che, grazie anche al percorso formativo sia di base sia specialistico, hanno il riconoscimento della presa in carico interprofessionale che converge sui bisogni della persona. Gli infermieri danno garanzia alla continuità, partecipano alla vita del cittadino e non restano passivamente in attesa di una sua richiesta di bisogno».
Infine, l’appello: «Si confida in un rapido intervento degli organi istituzionali, politici e sindacali a creare le condizioni per conferire dignità e decoro sia a noi infermieri sia ai cittadini, per l’assunzione di figure carenti per ripristinare la dotazione organica in ragione dei carichi di lavoro a fronte di una situazione che di fatto lede fortemente gli infermieri, mortificandone le competenze».

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