Il decreto Rilancio del 19 maggio scorso (convertito in legge a luglio) ha previsto un ristoro per i Comuni dichiarati zona rossa, o ricadenti in zona rossa, per almeno 15 giorni. Cinque i centri che in Molise sono stati interessati da un provvedimento del genere a marzo. Quattro hanno avuto i soldi, uno no.
Cercemaggiore è rimasto fuori dal riparto dei 40 milioni stanziati a livello nazionale. Mentre Montenero di Bisaccia, Riccia, Venafro e Pozzilli invece risultano beneficiari rispettivamente di 227.150 euro, 117.940, 80.395 e 392.630. Il motivo dell’esclusione, letto il decreto e quindi i criteri per l’assegnazione e controllate le ordinanze del presidente della Regione, sembra essere… il tempo. Cercemaggiore è rimasto zona rossa per ‘soli’ 14 giorni. La dichiarazione di zona rossa, il 26 marzo: dal 26 marzo all’8 aprile furono vietati ingresso e uscita dal paese (dove si era riscontrato il focolaio della casa di riposo) con l’eccezione di chi svolgesse servizi essenziali, di assistenza alla popolazione o sanitari. Dal 9 aprile, invece, la Regione impose solo di indossare le mascherine. Provvedimento che Toma aveva già preso anche per le altre ex zone rosse. Solo che Montenero di Bisaccia e Riccia sono rimaste tali per 17 giorni (dal 18 marzo al 3 aprile), Venafro e Pozzilli per 16 (dal 21 marzo al 5 aprile). Così, l’ultima zona rossa dichiarata in regione è rimasta a secco per un solo giorno.
Una cifra assai inferiore alle altre, 6.899 euro, è stata riconosciuta anche a Belmonte del Sannio in ragione del secondo criterio di riparto del fondo nazionale: l’incidenza di casi e decessi Covid in relazione alla popolazione residente.

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