Il Comune di Rosello (Ch) ha rinunciato al taglio dell’abete bianco secolare di Monte Castel Barone. L’annuncio arriva dal giornalista e fotografo Dario Rapino, che sin dalle prime battute si era opposto al taglio dell’albero alto 30 metri e con un’età di circa 200 anni.
«La vicenda si conclude con uno storico, emozionante esito – rimarca Rapino -. Aver salvato un albero così importante è motivo di grande gioia, seppure un po’ offuscato dal ripetersi di una tradizione tribale a cui prima o poi bisognerà porre fine». In piazza San Pietro finirà un esemplare che la Regione Abruzzo donerà al pontefice prelevato da un vivaio di Palena, in provincia di Chieti.
«Avevamo deciso di procedere al taglio dell’abete bianco in quella zona assieme al Comune di Agnone, perché quell’area è zona taglio – ha detto Alessio Monaco, sindaco di Rosello, finito nella bufera mediatica negli ultimi giorni – Lì, che non è area tutelata, sono in atto tagli da tempo. In ogni caso – prosegue – abbiamo le autorizzazioni per tagliare in Abruzzo e, quindi, abbiamo trovato un’altra soluzione nei nostri vivai regionali, dove ci sono abeti anche da 25 a 35 metri».
«Sono stati giorni intensi e faticosi, – ha raccontato ancora Rapino – segnata dall’alternarsi di opposte emozioni: la sorpresa di trovare per strada e casualmente i camion diretti a Monte Castel Barone, i momenti difficili vissuti sul posto, accerchiato da ostilità, la tristezza di una sconfitta messa nel conto, la telefonata pervenutami nel corso del viaggio di ritorno che mi annunciava il fermo al taglio, la felicità del momento, nella quale ho rivissuto questi ultimi due anni di una battaglia in perfetta solitudine, il ripensamento raziocinante sul futuro della stessa». «Un giorno racconterò tutto questo, – assicura – che per me assurge a simbolo di ciò in cui credo: l’uomo come parte dell’ambiente e non come suo padrone. Ringrazio di cuore tutti quelli che mi hanno sostenuto, facendomi sentire meno solo: ciò che ci uccide è la solitudine, non i nemici. Ringrazio in particolare Augusto De Sanctis per il suo intervento tecnico ad adiuvandum e Massimo Pellegrini sulla decisiva ‘dritta’ che ha permesso di raggiungere questo risultato importante».
«Ringrazio – conclude Rapino – gli amici del Wwf Frentano, ma li incito a fare di più, perché il peso di questa associazione non è pari al mio: io sono solo quel colibrì che, mentre la foresta era in fiamme, portava poche gocce d’acqua per spegnerla. Ora occorrono gli elefanti con le loro potenti proboscidi cariche di acqua. La battaglia per l’abete è ancora lunga, i nostri avversarsi sono forti, potenti, hanno mille conoscenze e mille leve da azionare: ora è il momento di non mollare e di restare vigili».
Tutto ha avuto inizio nel 2020 con l’appello al Papa. A mobilitarsi a difesa dell’albero, è stato per primo Dario Rapino, che ha geolocalizzato l’abete in questione chiarendo in maniera definitiva che appartiene al Molise e non all’Abruzzo e che pertanto mancavano le autorizzazioni. Due anni fa, quando fu annunciato questo dono per il Vaticano, Rapino aveva scritto una lettera a Papa Francesco. «Della lettera – racconta l’ambientalista – conservo ancora la ricevuta datata 15 settembre 2020. La scrivo appena il sindaco di Rosello ufficializza che per il Natale 2022 il Comune avrebbe donato un abete bianco al Vaticano. Non sapevo ancora quale fosse l’abete, ma ebbi uno scambio di battute con il sindaco poiché gli unici abeti bianchi di Rosello sono quelli della Riserva e non possono essere tagliati. Da qui inizio la ricerca e capisco che, non essendoci abeti bianchi al di fuori della Riserva, il taglio avrebbe riguardato gli esemplari di Monte Castel Barone in agro di Agnone. In Molise, quindi».

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