«Sepino, il paese che non dà spazio ai giovani»: è dura la protesta pacifica che gli stessi giovani sepinesi stanno facendo in questi giorni, definendo così il piccolo borgo matesino in una nota di sfogo, non allo scopo di polemizzare ma per trovare l’ascolto di cui sono da tempo alla ricerca.
Sepino non è solita finire al centro del dibattito locale, sulla stampa e non, per dei difetti ma bensì per i suoi pregi, al netto anche dell’inserimento del paese tra i Borghi più belli d’Italia e dell’intensa agenda di attività culturali che ogni anno propone. Stavolta però sono i giovani, organizzati in una sorta di comitato spontaneo, a sollevare una problematica comune con tanti altri centri della nostra regione: la mancanza di spazi – fisici e concettuali – dove esprimersi e recuperare il tempo di vita sottratto negli ultimi due anni dal Covid.
«Due anni di vita ci sono stati portati via dal Covid – affermano infatti -, i prossimi da chi non ci permette di viverli così come un giovane vorrebbe. Troppo spesso sentiamo parlare di “fuga dei cervelli” e troppo spesso vengono attribuite a noi giovani colpe secondo cui non apprezziamo il nostro territorio e tendiamo a fuggire verso altri posti. Eppure, i giovani sepinesi sono i primi a provare a valorizzare il territorio: basti pensare al campeggio che si svolge presso Campitello di Sepino, le visite alle cascate che meriterebbero tanta valorizzazione o manifestazioni come la caccia al tesoro che permette di riscoprire luoghi che altresì tanti ragazzi non conoscerebbero. Ma queste, a quanto pare, sono le uniche forme di divertimento possibili sul territorio di Sepino – tuonano -. Perché? È la domanda che ci poniamo anche noi. Non è possibile, infatti, organizzare una serata con un dj set, se non entro la mezzanotte. “Si vonn l’urganetta è bon”, ci dicono. Non disponiamo di un luogo dove poterci riunire, cantare e suonare insieme e se ci tratteniamo in piazza fino a tardi, la pena è un richiamo in caserma. Le stesse feste patronali, che dovrebbero coinvolgere tutta la popolazione cittadina, ai giovani non lasciano spazio. E quando riponiamo tutta la nostra voglia di darci da fare per organizzare eventi, così da rimanere nel nostro paese, tutti i nostri sogni vengono infranti. Questo accade solo a Sepino! – proseguono -. Eppure la nostra piazza è un perfetto teatro che permetterebbe non solo a noi giovani sepinesi di incontrarci e trascorrere momenti di sano divertimento, ma vedrebbe anche la partecipazione di tutti i paesi limitrofi. Tale possibilità è però negata a causa delle forti limitazioni orarie. A Sepino non si può suonare più tardi della mezzanotte. Nel capoluogo di regione, però, dove la mole di giovani è certamente più cospicua, tale limite, che include anche la somministrazione di alcolici, è stabilito da un’ordinanza comunale alle ore 3. È dunque la nostra richiesta di trattenerci in piazza con della musica fino a più tardi così trascendente? – domandano retoricamente -. Non chiediamo di trascorrere ogni serata estiva in piazza con un dj fino alle 6 del mattino. Vorremmo però una volta ogni due, tre settimane, a seconda dell’organizzazione, la possibilità di una serata con dj fino ad un orario a cui i giovani sono più abituati – concludono -. Non vogliamo scappare dal nostro paese, tutt’altro, ma non costringeteci a farlo, e soprattutto permetteteci di non definirlo più come “Sepino, il paese che non dà spazio ai giovani”. Per i giovani di Sepino, perché i giovani ci sono, e i giovani vogliono farsi sentire!».

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