Nessun depotenziamento dell’ospedale Cardarelli che resta Dea di II livello mantenendo gli attuali posti letto. Sarà, semmai, operata una razionalizzazione per evitare reparti ‘doppioni’ attraverso una integrazione funzionale con le strutture private, in particolare con il Gemelli Molise. Il governatore e commissario ad acta Donato Toma sgombra subito il campo dai dubbi nel corso del Consiglio monotematico richiesto dal sindaco di Campobasso, Roberto Gravina. La seduta, convocata per promuovere un dibattito sul nuovo Programma Operativo Sanitario, si è inevitabilmente concentrata sul futuro dell’ospedale del capoluogo. Il commissario ha inoltre annunciato che, per sopperire alla cronica carenza di personale, è previsto un nuovo piano assunzionale per il reclutamento di sanitari a tempo indeterminato.
Non solo. La medicina del territorio avrà un ruolo fondamentale anche a Campobasso: in via Gramsci sorgerà una Casa di Comunità in un edificio di proprietà comunale che sarà abbattuto e ricostruito perché non sicuro a livello sismico. E ancora, ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero, Centri dedicati ai malati di Alzheimer, ai disturbi dello spettro autistico e a quelli alimentari.
Accanto a Toma anche il sub commissario Giacomo Papa che ha voluto ribadire come «già da tempo si stia lavorando sul Pos anche con un percorso di coinvolgimento del territorio. Le risorse – ha però sottolineato – non sono molte e purtroppo dobbiamo fare dobbiamo fare i conti con questa situazione. L’obiettivo è spendere bene quello che abbiamo. Ci sono delle cose che vanno sicuramente migliorate ma la nostra sanità non è solo ‘da buttare’. Il cittadino deve sapere che c’è un sistema sanitario che funziona e non deve andare altrove: è questa la nostra missione, bisogna risolvere il problema della mobilità passiva che crea debito in una situazione economica già disastrata che ci portiamo avanti da tempo. Il nostro obiettivo è quello di uscire al più presto dal piano di rientro».
I due commissario hanno lasciato l’aula di Palazzo San Giorgio dopo circa un’ora. Decisione che ha creato non pochi malumori sia tra i consiglieri che tra i rappresentati dei comitati invitati a partecipare alla seduta. Passati dunque ‘in sordina’ gli interventi di Giuseppina Bozza, presidente della Consulta Socio sanitaria del Comune di Campobasso, del dottor Massimo Peccianti, segretario Anaao Assomed Molise, del dottor Italo Testa, del Forum per la difesa della sanità pubblica di qualità e di Grazia Minotta, dello Spi Cgil Molise i quali, all’unisono, non hanno nascosto perplessità in relazione sia alla partecipazione solo parziale del presidente e commissario Donato Toma e del sub commissario Papa al Consiglio e sia su quanto ascoltato riguardo al nuovo Programma.
Scettico pure il sindaco Roberto Gravina che non ha ben gradito il concetto di ‘razionalizzazione’ del Cardarelli. «La pandemia ha giocoforza reso ancora più fragile la tenuta strutturale del nostro sistema sanitario regionale e adesso appare urgente recepire le istanze dei territori da parte della struttura commissariale, alla luce anche di un più ampio dibattito nazionale sulle risorse che saranno destinate dalla Missione 6 del Pnrr e che diventano l’occasione per una profonda revisione della Sanità. C’è in discussione non solo il dm 70/2015 – ha aggiunto Gravina – ma è evidente che anche la discussione a livello nazionale sul dm 71, per una modificazione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi dell’assistenza ospedaliera, rende chiaro come stia cambiando proprio l’approccio e il paradigma tra ospedale e cure domiciliari.
I primi incontri che come Conferenza dei Sindaci abbiamo avuto qualche mese fa con la struttura Commissariale in vista della definizione del nuovo POS, – ha detto il sindaco – hanno fatto emergere, fra le altre cose, come sia ancora decisamente fragile sul nostro territorio la rete emergenza/urgenza che il nostro sistema sanitario regionale esprime e sulla quale è necessario intervenire opportunamente, proprio con il nuovo POS, e va posto in maniera decisa il tema della medicina sul territorio, come la Consulta Socio sanitaria del Comune di Campobasso ha già affermato, ragionando compiutamente sui presidi presenti nella città di Campobasso, sul loro rafforzamento qualitativo e non solo numerico e sulla loro estensione. La divisione della parte tecnica da quella politica che oggi in aula il commissario ad acta ha cercato di proporre a tutti noi, ricoprendo allo stesso tempo, come lui fa, il ruolo di commissario e quello di presidente della Regione, non ha convinto in alcun modo il Consiglio Comunale della nostra città, e lo si evince, del resto, dagli interventi che si sono susseguiti durante tutta la giornata. È di certo giusto, per onestà intellettuale, riconoscere che non possono essere addebitati al commissario ad acta di oggi tutte le responsabilità della situazione del sistema sanitario regionale, ma, allo stesso tempo, sempre per onestà intellettuale è poi giusto però iniziare a riconoscere chiaramente, da parte di chi ricopre oggi tali cariche, la responsabilità degli atti non pregressi ma odierni, magari anche attraverso un ascolto più consapevole e concreto delle esigenze che i cittadini, le associazioni e le amministrazioni locali hanno portato oggi all’attenzione del commissario e continueranno a farlo in tutte le occasioni possibili».
Anche i consiglieri comunali, nei loro interventi in aula, non hanno mancato di sottolineare come, in questa occasione, sia mancata una fase di ascolto e confronto del commissario ad acta per la sanità regionale. «Abbiamo ribadito per l’ennesima volta – hanno evidenziato gli esponenti di Pd e Sinistra per Campobasso – che non è più pensabile programmare la Sanità regionale sacrificando il Settore Pubblico e comprimendo il diritto alla vita ed alla salute dei cittadini molisani.
Occorre realizzare con il nuovo Pos, anche alla luce delle irripetibili opportunità offerte dal Pnrr, una non più rinviabile netta inversione di tendenza: aumento dei posti letto per acuzie dei nosocomi pubblici, con eliminazione delle piccole sacche di privilegi e sprechi, ancora esistenti; ripensamento delle reti per le patologie tempo-dipendenti; potenziamento, qualitativo e quantitativo, del personale socio-sanitario e della strumentazione in dotazione alle strutture pubbliche; riduzione dei tempi delle liste di attesa; attivazione delle reti e della medicina territoriale; campagne serrate per la prevenzione delle malattie oncologiche e cardio-vascolari.
Abbiamo chiesto al Sindaco di portare proposte, principi ed osservazioni, elaborati in questi tre anni di dibattiti e di confronti con associazioni, ordini e singoli cittadini, e supportati da tutto il Consiglio comunale, al Commissario/Presidente Toma, che non ha ritenuto di ascoltarle in aula dalla nostra viva voce.
Il pos 2022/2024, affidato alla stesura di chi ha ricevuto anche la legittimazione politica alle elezioni regionali del 2018, deve finalmente andare nella direzione della realizzazione di una Sanità Pubblica strutturata, di qualità ed attrattiva, che sia il perno del Sistema Sanitario Regionale e che garantisca la salute e la vita dei cittadini molisani, in qualunque angolo della regione essi vivano, attraendo pazienti dalle altre regioni. Tali proposte devono essere accolte e devono potere costituire l’ossatura del Programma Operativo Sanitario 2022-2024 della regione Molise».

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