I malumori all’interno del carcere di via Cavour, a quanto pare, non riguardano soltanto i detenuti.
A protestare ieri mattina, nel corso di un sit in, anche gli agenti e i lavoratori che operano all’interno dell’istituto di Campobasso. L’incontro è stato voluto e organizzato dai vertici dell’Osapp (Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria). Il motivo? Carenza di personale, sovraffollamento, gravi condizioni igienico-sanitarie, uffici sporchi e maleodoranti, fumo passivo nei reparti detentivi, mancata misurazione del microclima e inagibilità dei servizi igienici (soltanto per dirne alcuni). Ma anche la mancanza di un’equa distribuzione dei turni, l’assegnazione di compiti che spetterebbero al comparto ministero e lo stravolgimento o la violazione degli «accordi contrattuali previsti dal Decreto legislativo 164 del 2002, Accordo quadro nazionale e del Protocollo d’Intesa interregionale» da parte dell’amministrazione penitenziaria.
Una protesta che riaccende i riflettori su problemi e criticità più volte evidenziati dal sindacato, nel silenzio, ormai assordante, delle istituzioni.
«Come Osapp sono circa 3 anni che ribadiamo purtroppo sempre le stesse cose senza aver ottenuto mai un riscontro positivo né da parte dell’amministrazione centrale né di quella territoriale – ha spiegato il dottore Pasquale Montesano, segretario generale aggiunto dell’Osapp -. Le condizioni lavorative interne sono pessime. La struttura, poi, è datata e i posti di servizio sono articolati in una maniera gravosa per la polizia penitenziaria. Basti pensare che un solo agente che fa servizio alla rotonda ha il compito di aprire da solo ben 13 cancelli. Anche il problema del sovraffollamento grava sul Molise, in particolare su Campobasso in proporzione all’entità e alla grandezza dell’istituto penitenziario presente».
Come evidenziato nei mesi scorsi dal segretario regionale Mauro Moffa, presente ieri mattina davanti al carcere, e più volte ribadito anche dal segretario generale aggiunto, l’ostacolo che incide maggiormente sull’operato degli agenti riguarda la sensibile carenza di personale: «Secondo una nostra stima, per poter consentire un servizio su 4 quadranti e su tutti i servizi annessi alla funzionalità della struttura penitenziaria, mancherebbero almeno 30 agenti.
Quei pochi che ci sono ricoprono anche altri ruoli.
Il problema non interessa solo il personale di polizia penitenziaria bensì tutti gli operatori che lavorano all’interno del carcere. L’attenzione dell’amministrazione dovrebbe riguardare tutti gli istituti molisani, perché se Campobasso piange – ha spiegato – Isernia e Larino di certo non ridono.
Occorre una presa di posizione forte da parte dell’amministrazione. Anche la politica attuale è disattenta. Noi, dal canto nostro cerchiamo di rispettare il nostro ruolo: dal programma di trattamento, a quello di rieducazione e di socializzazione, ma pretendiamo anche che il rispetto riservato alla polizia penitenziaria sia a regime e vada di pari passo con quello dei detenuti. In altre parole chiediamo dignità e decoro. È chiaro che ormai la polizia penitenziaria ormai non si riconosce più in questa amministrazione e riflette un dato disastroso rispetto a tutto ciò che sta avvenendo anche nel resto d’Italia. Anche a Isernia sono stati rinvenuti cellulari e stupefacenti. Parliamo di un istituto piccolo e maggiormente gestibile eppure anche quello pentro soffre per il sovraffollamento e la carenza di personale. Anche per le traduzioni dei detenuti si utilizzano mezzi obsoleti e non c’è un’organizzazione tale da garantire un servizio a ore determinate. Si parla infatti di 10-12 o anche 14 ore di servizio».
Una situazione giunta ormai al limite e culminata, proprio ieri mattina, nella protesta pacifica del sindacato. Una manifestazione che non sembra sia stata gradita ai piani alti della struttura:
«In questi giorni – ha spiegato Montesano – pare siano state fatte delle velate minacce a chi avrebbe presenziato alla manifestazione di oggi: questa è una violazione alla democrazia. Al di là del fatto che scenderemo sempre in campo per garantire i diritti dei nostri colleghi, chiediamo anche all’amministrazione di individuare sanzionabili responsabilità».
Da qui l’appello: «Chiediamo un intervento degli organi competenti e di tenere una contrattazione al Tavolo superiore per una completa riorganizzazione del lavoro alla presenza del provveditore regionale, per affrontare anche le tematiche che stanno caratterizzando le condizioni di criticità degli uomini e delle donne della polizia penitenziaria non solo del territorio molisano».

sl

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