Il dubbio sul presunto sversamento o meno di greggio nel mare Adriatico attendeva l’esito delle analisi Arpam per essere chiarito, o quanto meno per indirizzare meglio le indagini, dopo il costante monitoraggio e l’avvio dell’inchiesta formale. Tuttavia, proprio dal lavoro dei laboratorio dell’Agenzia regionale di protezione ambientale la Edison potrebbe segnare un punto a proprio favore, al termine della settimana in cui la Guardia costiera ha cominciato gli interrogatori dei suoi dipendenti. Tre le giornate di campionamenti effettuati nel perimetro di mare vicino all’impianto petrolifero off-shore e al galleggiante Alba Marina, due giorni dopo la segnalazione della chiazza scura il primo e gli altri due il 28 e il 31 gennaio scorsi. Nessuno di questi prelievi ha mostrato tracce di idrocarburi nell’ambiente marino. In ogni sito sono stati eseguiti campioni di acqua di mare di tipo superficiale, ad 1 metro e 3 metri di profondità. Altri prelievi effettuati nel tratto di competenza vastese sono stati consegnati ai chimici dell’Arpam, mentre altri controlli hanno riguardato il litorale termolese. Solo in un caso, sulle scogliere frangiflutti di fronte al lido Alcione sono state rinvenute tracce di idrocarburi, ma non direttamente e inequivocabilmente riconducibili alla chiazza avvistata dall’Alba Marina. In conclusione, dagli accertamenti logistici, di prelievo ed analisi di campioni di acqua di mare, sabbia e materiale organico di tipo algale, consistenti in un totale di numero 23 campioni non è stato quindi rilevata una contaminazione in atto dell’acqua di mare. Situazione analoga è stata riscontrata da Arta Abruzzo non avendo questi riscontrato alcun elemento riconducibile a contaminazione in atto.

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