Ascensore per il Liberty e non solo. L’Amministrazione comunale ha stanziato una somma di circa 52mila euro per istallare l’ascensore nel palazzetto che s’affaccia sul laghetto comunale, ma anche per tutta una serie di arredi e finiture.
In queste ore la ditta Buono, già vincitrice dell’appalto, sta intonacando e rifinendo il vano già predisposto, che dovrà accogliere l’ascensore. L’apparecchio, che servirà a collegare il piano terra col primo piano, costa intorno ai ventimila euro, soldi ricavati dal ribasso di gara. Ma l’ufficio comunale Lavori pubblici sta acquistando anche un palco in legno da sistemare in fondo alla sala al primo piano, per realizzare la scena di un piccolo teatro. Oltre all’acquisto di un videoproiettore, di uno schermo e di sessantasei sedie. In questo modo la sala potrà ospitare una sorta di cineforum, adatto anche per incontri, riunioni, convegni, spettacoli vari. Inoltre verrà sistemata una grata in legno, per separare l’ingresso del Liberty dalla sala al piano terra. A mano a mano vengono anche acquistati e sistemati altri arredi, per rendere fruibile tutto il palazzetto Liberty.
Fonti autorevoli riferiscono che si farà di tutto per arrivare ad una inaugurazione-fruizione del palazzetto entro il mese di luglio.
Inoltre dovrebbero essere previste apposite sale per organizzare mostre fotografiche. Si parla di un’esposizione permanente di foto scattate e sviluppate da Franco Di Stazio, tutte rigorosamente in bianco e nero, che raccontano una Venafro sparita. Piena di luce, di personaggi popolari scomparsi, di gruppi di amici che s’incontrano per strada o al bar. Prevista anche una sala per mostre di dipinti o sculture, che manca da tanti anni in città.
Insomma l’apertura del Liberty dovrebbe risolvere grandi questioni aperte, come la mancanza di spazi d’aggregazione al coperto di proprietà comunale. L’amministrazione cittadina ha bisogno come il pane di stanze di pubblica utilità. Per aggregare i giovani e gli anziani, per favorire le tante associazioni che pullulano in città, per dare una sede alla “Pro loco” oppure alla Commissione per le Pari Opportunità ed al Centro antiviolenza sulle donne. E l’atout vincente è anche che il palazzetto Liberty, con l’istallazione in corso dell’ascensore, possa diventare completamente accessibile ai diversamente abili. Un alto risultato di civiltà, visto che solo la biblioteca comunale ed il palazzetto di Giustizia sono senza barriere architettoniche. Tutti gli altri edifici pubblici invece- a cominciare dal Municipio cittadino e gli Uffici comunali (Demografia, Lavori Pubblici, Urbanistica, Finanze)- sono praticamente inaccessibili ai portatori di handicap. Con grosse difficoltà d’accesso anche per persone senza problemi fisici. Insomma ogni tipo di attività culturale e sociale in città può essere incentivata e godere di una “casa” comune.
L’apertura del Liberty, ora che è stato ristrutturato ed illuminato anche di notte, dà nuovo decoro a tutta l’area delle sorgenti di Venafro e del quartiere de La Fontana. Un risultato storico, anche perché il palazzetto Liberty è stato da sempre l’immagine del grande potenziale che può offrire una città importante come Venafro, ma anche dei suoi grandi limiti culturali e persino di decadenza agli occhi di un attento osservatore. Ma ora sembra davvero fatta.
Il Liberty sta per diventare un vero e proprio simbolo della nostra comune storia culturale, al centro delle sorgenti di Venafro, simbolo stesso della sua origine. Un po’ come accade col Colosseo a Roma ed il Maschio Angioino a Napoli. Del resto anche il suo recupero è stato lungo e tormentato, con un appalto contrastato da vari ricorsi al Tar poi superati. Si parte da un vecchio finanziamento del 2011 di un milione e 200mila euro, erogato sotto la Giunta regionale Iorio (sindaco Nicandro Cotugno). Il finanziamento ha potuto dar luogo all’appalto concorso solo due anni dopo, prima sotto la gestione commissariale (inizi 2013) e poi sotto l’attuale amministrazione di Antonio Sorbo, che ha condotto tutta la fase amministrativa e di gara, fino alla realizzazione vera e propria come «Centro polifunzionale, culturale e formativo». Ed oggi tutta la città ha fame di Liberty, come fosse una sorta di liberazione. Red.

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