Buona la prima a Roma per il Patto del lavoro che risollevi il Molise. In particolare si è discusso di riconoscimento dell’area di crisi e dell’attivazione di un pacchetto di azioni strutturate nel polo produttivo molisano che va da Campochiaro a Venafro nel confronto tra il ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, il presidente Paolo di Laura Frattura, e il vicepresidente, assessore al lavoro, Michele Petraroia. All’incontro che si è svolto al Ministero dello Sviluppo economico, anche i dirigenti ministeriali, Castano e Felici. “Un incontro dall’esito positivo – riferiscono Frattura e Petraroia – presto sarà attivato un tavolo ministeriale presso il quale individuare tutti gli strumenti a disposizione e gli aiuti attivabili per sostenere la ripresa produttiva, economica e sociale dell’area che abbiamo individuato e proposto per il riconoscimento di area di crisi”. “Da parte del ministro – riferiscono – disponibilità piena a lavorare per garantire continuità alle attività già presenti, aziende che hanno rappresentato il cuore pulsante dell’economia regionale, ma anche e soprattutto per favorire una discontinuità innovativa da intendere come possibilità per tutto il nostro territorio di attrarre nuovi investimenti e recuperare opportunità di lavoro e crescita”. “Accanto al lavoro che stiamo conducendo per la definizione di un pacchetto di azioni specifiche con nuove e competitive strategie di intervento nell’area che va da Campochiaro a Venafro, come Regione – evidenzia il governatore – siamo pronti a concentrare sul possibile accordo di programma con il ministero dello sviluppo economico le risorse a nostra disposizione così da dare quanto prima le risposte attese dai lavoratori, dalle imprese e dalle loro famiglie”. “L’attivazione a breve del tavolo ministeriale – concludono il presidente e il vicepresidente – è l’atto che ci consente di sperare concretamente per la ricostruzione e il potenziamento del mondo produttivo molisano e contribuire a restituire dignità ai nostri cittadini come pochi giorni fa il Santo Padre ci chiedeva”.

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