Ancora un nulla di fatto, sarà il quarto da quando il centrosinistra ha avviato il ragionamento su leadership e programmi all’interno del tavolo dei segretari di partiti e movimenti. Lavori aggiornati a lunedì con un solo punto vero in comune: la voglia di andare uniti alle regionali. Il segretario del pd, Leva, ha riferito ai colleghi la posizione di Costruire Democrazia: programmi chiari, discontinuità nelle scelte e nella leadership e apertura ad amministratori giovani e capaci anche se hanno avuto altre esperienze politiche. Non è facile uscirne, né sarà indolore. Forse nuove primarie potrebbero tirare fuori dall’impasse con un passaggio popolare che sancisca chi ha ragione, Frattura o Romano. Ieri è circolata anche un’altra ipotesi: che, togliendo le castagne dal fuoco e tirandosi fuori dal ruolo marginale in cui è finito a livello nazionale, Antonio Di Pietro potrebbe scendere in campo direttamente e candidarsi a presidente del suo Molise. L’interessato si è fiondato a smentire la ricostruzione giornalistica apparsa su ‘‘‘‘‘‘‘‘L’Unità’. Ma il ragionamento non è campato in aria. Intanto Costruire Democrazia chiama a raccolta i non allineati per l’assemblea sulla proposta di legge elettorale depositata in Consiglio Regionale. Prevede, fra le altre cose, l’abolizione del voto disgiunto, elemento che per il movimento di Romano qualifica il testo come riforma ‘‘‘‘‘‘‘‘ad personam’. Sul punto è partita la sfida, Romano ha invitato all’evento anche il governatore Iorio: ci venga a spiegare – ha detto – che necessità c’è di cambiare le regole del gioco a partita iniziata e soprattutto dando vita ad una legge ‘‘‘‘‘‘‘‘ad iorium’.

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