Il nome dell’iniziativa la dice lunga: si chiama “un giorno come allora” l’evento tenutosi sabato scorso nella caratteristica dimora settecentesca di campagna dell’eclettica artista Donatella Di Lallo in contrada Polese a Campobasso.
Nel corso della mattinata La Castellana ha fatto da splendida cornice alla ricostruzione di scene di vita contadina animate dai componenti dell’associazione culturale MoliseRadici: Cultura, Costume, Tradizioni del capoluogo.
Protagonista, com’è ovvio, il costume tradizionale campobassano in uso fino ai primi decenni del ‘900, ricostruito filologicamente con la preziosa consulenza scientifica del dottor Antonio Scasserra, direttore del Musec di Isernia, co-organizzatore dell’evento e massima autorità nel campo del costume tradizionale molisano.
Dopo il pranzo contadino sul prato, con i vari piatti della nostra tradizione, il pomeriggio ha visto la corte della dimora colorarsi con gli splendidi costumi tradizionali festivi di Bojano, Baranello, Campobasso, Campochiaro, Guardiaregia, Letino, Longano, Macchiagodena, Roccamandolfi, San Polo Matese, Venafro e Vinchiaturo.
Straordinaria la partecipazione dei fotografi, venuti anche da fuori regione, che hanno potuto immortalare nei loro meravigliosi scatti le immagini delle varie fasi della vita di un tempo, dai lavori domestici alla vita nei campi, dalla vestizione della sposa (la giovanissima e bellissima Francesca Santangelo) al dolore del distacco e della morte.
«Siamo orgogliosi e soddisfatti – le parole della presidente dell’associazione “MoliseRadici:Cultura, Costume, Tradizioni”, Mariacristina Salvatore – del grande successo dell’iniziativa, testimoniato dalla folta presenza di fotografi e di modelle di diversi Paesi che vi hanno aderito.
Per un’associazione come la nostra, la giornata di sabato ha costituito una straordinaria occasione per ricostruire uno spaccato della nostra cultura e delle nostre

tradizioni, incorniciati degli splendidi scenari costituiti dagli interni e dall’esterno de La Castellana. Come doveroso per chi intende occuparsi seriamente di patrimonio storico e culturale locale, abbiamo inteso ricostruire il più fedelmente possibile quello che era il quotidiano campobassano in un passato non cosi tanto lontano. A latere dell’evento – aggiunge -, ci è piaciuto poi creare un accostamento insolito, e che ai più sembrare ardito, tra il costume tradizionale festivo, inteso come vera e propria opera d’arte artigiana, e le ipercolorate ed affascinanti opere d’arte della padrona di casa, l’artista Donatella Di Lallo, che con la sua sensibilità personale, artistica ed estetica ha accolto con entusiasmo la nostra iniziativa. È superfluo – conclude – dire che è motivo di grande orgoglio per noi avvalerci della collaborazione del Musec e del suo direttore, a garanzia del lavoro filologicamente corretto che stiamo svolgendo».
Parlando di costume tradizionale molisano non si può infatti non andare con il pensiero al Musec ed al dottor Antonio Scasserra, artefice di un vero e proprio “rinascimento” del costume. È grazie a lui se negli ultimi anni si è assistito alla riscoperta di queste meraviglie del patrimonio culturale locale, simbolo identitario ed emblema dello status sociale, e non solo, di chi lo indossava.
È alla sua magnifica collezione di costumi e di gioielli che appartengono alcuni tra quelli presenti alla manifestazione di sabato ed è grazie alla sua competenza ed alla sua consulenza scientifica che associazioni come MoliseRadici possono condurre le loro ricerche e le loro esperienze.
«Il Musec – spiega Scasserra – non è solo un luogo fisico da visitare, un contenitore di testimonianze storiche del passato, ma è un’ entità vivente. Il Musec cammina sulle gambe delle persone e sabato scorso ne abbiamo avuto l’ ennesima testimonianza, grazie alla presenza fiera ed elegante di alcuni tra i costumi più belli dell’ area matesina e non solo».
I costumi ed i magnifici esemplari di oreficeria popolare della collezione Scasserra conservati al Musec, tutti rigorosamente originali, spesso tornano ad animarsi in occasioni come “Un giorno come allora” e le tante altre organizzate dal direttore per la diffusione della cultura popolare molisana e la sua promozione in eventi che sempre più spesso travalicano i confini regionali e portano il nostro Molise ben oltre i nostri confini nazionali.

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