Ennesimo grave atto di violenza all’interno del carcere di via Cavour ai danni di un agente penitenziario. Ieri mattina un detenuto psichiatrico di origini nigeriane si è rifiutato di rientrate nella sua stanza. Il sovrintendente capo, addetto alla sorveglianza generale, unitamente ad altro personale, ha messo in opera metodi persuasivi di convincimento nei confronti dell’uomo che, in tutta risposta, ha sferrato un morso all’orecchio destro del sovrintendente capo. Brutale il gesto: l’uomo gli ha staccato un pezzo di orecchio e lo ha ingerito. Gli altri colleghi, tutti refertati, hanno riportato contusioni e graffi a causa della colluttazione con il detenuto.
«Lo stesso – spiega in una nota il segretario del Spp Aldo Di Giacomo – negli ultimi giorni si è reso partecipe di altre due aggressioni nei confronti di altrettanti poliziotti. l’episodio – aggiunge – riapre il tema, più volte segnalato da questa sigla sindacale, dei detenuti psichiatrici abbandonati nelle galere».
L’episodio, l’ennesimo nell’ultimo anno, pone infatti in evidenza le precarietà gestionali ed organizzative riscontrate all’interno dell’istituto, nonché l’assenza di figure professionali specializzato nella gestione dei detenuti con problematiche psichiche.
Sulla vicenda è internauta anche la Lega nazionale, manifestando la totale solidarietà e vicinanza agli agenti aggrediti: «Il nostro pensiero e sostegno va a tutto il corpo della Polizia penitenziaria – si legge in una nota a firma dei deputati della Lega Gianni Tonelli, segretario della commissione Antimafia, e Jari Colla, commissario Lega in Molise -, costretti ad operare in condizioni estremamente precarie, senza garanzie e tutele. Spesso nelle carceri si tende a stigmatizzare la condizione dei detenuti, ma mai una parola di riguardo nei confronti degli operatori e delle forze dell’ordine, che versano in situazioni ben più gravi e precarie. A maggior ragione – concludono – si rende necessario velocizzare l’esame e l’approvazione della nostra proposta di legge presentata alla Camera che prevede di collocare su tutte le divise, auto di servizio e celle di sicurezza apposite telecamere in grado di videofonoregistrare ciò che accade».

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